[8 gennaio 2007] Alcune domande si impongono…

La fine di un anno chiede uno
sguardo complessivo. Su quanto abbiamo vissuto e su quanto ci aspetta.
Anche il 2006 ha confermato, e a detta non soltanto nostra, che il
CTI, in continuità con le sue attese, ha saputo collocarsi in modo
significativo nel tessuto socio-ecclesiale del nostro paese. Il
convegno delle teologhe europee è stato solo il momento di massima
visibilità
di una presenza che si è espressa anche in molti altri modi. Penso ai
quattro colloqui conciliari con cui si è concluso il 2005, penso al
primo incontro interregionale che si è tenuto a Vicenza, penso alla
partecipazione di alcune di noi al convegno ecclesiale di Verona. Per
non dire della costante e intelligente trama di quotidianità che il
sito-web intesse, garantendo informazioni e contatti e rappresentando
così
il volto vitale del CTI. Se di qualcosa mi dispiaccio è della mancanza
di forze sufficienti per dare a tutto questo maggiore visibilità e
continuità: i colloqui conciliari andavano pubblicati, sul sito
va avviato un forum di questioni teologiche, le numerose donne che
spendono i loro titoli teologici nell’insegnamento di religione
andrebbero raggiunte…

Il 2007
si apre dunque all’insegna di questa soddisfazione, ma anche di una
gran voglia di fare: sono in previsione
altri due incontri interregionali (Ancona e Firenze), la pubblicazione
degli Atti del convegno di Roma, un’assemblea nazionale, il convegno
delle teologhe europee a Napoli e, forse, anche qualcosa d’altro.

Tutto questo presuppone però che il
CTI faccia un passo in avanti rispetto ai suoi primi due anni di vita.
Nel biennio 2007-2008 il CTI deve riuscire ad ampliare
la sua base associativa e deve rendersi progressivamente sempre più
presente sul territorio.

1.
Le iscrizioni al CTI devono aumentare. Non lo dico soltanto per
l’evidente necessità
di poter arrivare a contare su una qualche forma di autofinanziamento.
Penso soprattutto alle molte risorse di donne che hanno studiato
teologia e che possono essere invitate a condividere la propria
esperienza individuale,
professionale ed ecclesiale, a renderla visibile e a farla circolare
come valore di scambio importante per la vita sociale ed ecclesiale. E’
troppo sperare di riuscire nel 2007 a raddoppiare il numero delle
iscrizioni perché ciascuna/o
di noi riesce a trovarne almeno un’altra?
Senza dimenticare
l’importanza di socie/soci straordinari, per non dire poi dei soci
sostenitori! Di una corposa
campagna iscrizioni il sito dovrà farsi in qualche modo strumento.
Merita ricordare che finora le iscrizioni ci hanno consentito di
garantire i due servizi fondamentali, il funzionamento del sito e le
riunioni del consiglio di presidenza.
Non senza, però, una qualche difficoltà.

2.
La necessità di un sostegno economico consistente diviene poi sempre
più pressante.
Pretendere di vivere senza trovare finanziamenti non soltanto per gli
eventi straordinari, ma anche per il funzionamento ordinario significa
prepararsi a spegnersi lentamente.
C’è qualcuna/o in mezzo a noi che sa trovare strade per accedere a
forme di finanziamento e, soprattutto può prendersi il compito di
curare in modo continuato
questo aspetto delicato quanto indispensabile?

3.
Per decisione presa nell’ultima assemblea nazionale (venerdì 31 marzo
2006), la

prossima assemblea nazionale, che si terrà domenica 22 aprile 2007, sarà preceduta da un
tempo di riflessione e scambio tra di noi. La richiesta di incontrarci
in un luogo termale e
di proporre una riflessione teologica adeguata al luogo potrà essere
attuata solo se si raggiungerà un congruo numero di iscritte: diventerà
l’incontro del 20-22 aprile una verifica della vitalità del CTI perché
si incontreranno socie vecchie e nuove?

4.
Il prossimo convegno dell’AFERT (Associazione Europea per la Ricerca
Teologica delle donne)
rappresenta per il CTI una sfida e una possibilità. E’ sempre molto
difficile che i teologi italiani partecipino a organismi e convegni
internazionali. E anche noi donne non siamo, da questo punto di vista,
meno restie
a confrontarci con ambienti più vasti. L’Europa non ci appartiene
ancora … Per molti motivi, non ultimo la difficoltà delle lingue.
Il fatto che il convegno biennale dell’Afert si svolgerà a Napoli e che
vedrà la partecipazione dei tradizionali gruppi di teologhe dell’Europa
del nord ma
anche quella di un numeroso gruppo di teologhe spagnole sarà anche per
noi un’occasione favorevole per inserirci in una trama molto più ricca
e vivace di istanze e possibilità?

Non si tratta di domande retoriche.
Ognuna di esse chiede una risposta concreta. L’anno che ci sta davanti
dipende da queste risposte. Che significa che il CTI è
il risultato di quanto ciascuna/o concretamente è disposta/o a fare.

Buon anno, allora, con tutto il carico di aspettative che questo augurio comporta.

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