La finestra teologica 19

Gli
incontri dunque segnano e rivelano la nostra esistenza, ma essi si
richiamano l’un l’altro, e un incontro ne esige sempre uno ancora
più profondo e più vero.

Questa
è in fondo, la traccia di sé che Dio ha lasciato nella creazione.
Una delle più grandi scoperte della vita è quella che una mistica
medievale olandese (Hadewych) esprimeva così:

<<L’amore
divino si mostra sempre nascondendosi, / l’uomo lo segue ed esso
resta invisibile / ciò dunque fa vegliare continuamente il cuore.>>

[…] Di chi sono veramente innamorato io? Chi amo veramente
io quando dico che amo? Chi riduce a menzogna ogni mio amore, se non
è Lui che amo? O chi mi rende i limiti dell’amore insopportabili,
se non li accolgo come segni della sua provvisoria assenza?

Inoltre
la percezione dell’originale ferita che mi ha colpito e
allontanato, pone di riflesso una domanda ancor più grave e
radicale: Chi può essere veramente capace di amare il mio
limite? Chi può riempirmi infinitamente il cuore senza
lasciarsi arrestare dalla mia meschinità?

Possiamo
sintetizzare in una sola questione, le due serie di domande:

<<chi
può redimere questo mio amore divenuto così disperatamente
complicato?>>.

ANTONIO
MARIA SICARI, BREVE CATECHESI SUL MATRIMONIO, già e non
ancora, Jaca Book, Milano 1990, pag 9; 23.

esposta
nel testo la domanda, ma la risposta è Una? Quando si soddisferà
la sete della risposta?

Violana Russo