La finestra teologica 85 a cura di Simona Baccani

“La bellezza è al cuore delle nostre vite. Ciò che le Scritture chiamano dóxa  può essere tradotto come ‘gloria’ ma anche come ‘bellezza’. Dio e il Figlio di Dio sono sommamente attraenti, in fondo, per la loro bellezza. La vera bellezza e la bellezza secondo verità sono, come dice Whitehead, «una scoperta e non una ricapitolazione». In Occidente abbiamo perso la bellezza come categoria teologica ed educativa perché abbiamo perso il processo dialettico della generazione, l’energia artistica. Perché la bellezza non è prodotta, ma nasce. Qui sta la meraviglia, la sorpresa. Ma ogni esperienza di bellezza è esperienza di totalità cosmica, di armonia. La bellezza è un’intuizione microcosmica di una realtà macrocosmica, ovvero che la benedizione alla fine prevale, che la vita e la morte, il dolore e la gioia, il buio e la luce, il conflitto e la sua risoluzione, l’impegno e l’abbandono sono realtà connesse tra di loro.”

m.fox, In principio era la gioia. Original Blessing, Campo dei fiori, Roma 2011, 269.

In un mondo dove bellezza è sinonimo di superficie e di totale perfezione fisica, dove il corpo e l’anima sono totalmente sganciati, si può ancora annunciare che bellezza è armonia e dialettica, di più, bellezza è  conformarsi alla bellezza di Cristo?​​​​​​​​                       ​​​​​​​​​​​​​          Simona Baccani