In ricordo della teologa Eira Paunu

Nel 2006, quando il CTI ha celebrato il suo primo convegno internazionale, ha rivolto il saluto iniziale all’assemblea Eira Paunu, teologa finlandese che, a quasi cento anni, ci ha incoraggiato con forza a proseguire il nostro lavoro, accettandone sempre l’inevitabile dimensione “pionieristica”, data la lentezza da parte delle chiese a riconoscere il ruolo, anche teologico, delle donne. Nel momento della sua morte ci fa piacere ricordarla con stima e affetto.

In ricordo della teologa Eira Paunu

Il 7 maggio scorso, a pochi giorni dal compimento dei suoi 105 anni è morta nella sua città di Jyväskylä, in Finlandia la teologa Eira Paunu. Era nata il 22 maggio 1908 da Hjalmar Abraham Paunu, dottore in teologia e parroco e dall’insegnante Elli Halla.

Dopo gli studi liceali, culminati con la maturità, nel 1928, aveva studiato teologia a Helsinki e nel 1931 concluso con il conferimento die gradi accademici. Dal momento che all’epoca in Finlandia le donne non erano ammesse al ministero, Eira cominciò a lavorare come insegnante al liceo. Il suo dottorato in teologia lo concluse nel 1952, come prima donna in Finlandia e forse in tutta l’area nordeuropea. Ci vollero altri 15 anni, prima che una seconda donna ottenesse in Finlandia il titolo di dottore in teologia. Fu nominata professoressa di teologia dal presidente della repubblica di Finlandia nel 1999.

L’attività scientifica di Eira Paunu si riversò in numerose pubblicazioni, in particolare però ella era un’insegnante appassionata e apprezzata e soprattutto prese parte attiva in numerose associazioni e all’interno della compagine ecclesiale. Uno die sui scopi era quello di rendere plausibile l’accesso delle donne al ministero ordinato, cosa che nella sua chiesa di Finlandia venne raggiunto nel 1988. Come pioniera e attivista per i diritti delle donne nella chiesa ella era fortemente sostenuta e incoraggiata da suo padre.

Il suo profilo di personalità si espresse sempre in termini di apertura per i problemi sociali, secondo il suo principio, per il quale occorre sempre cercare soluzioni e non emettere giudizi. Per questa sua apertura mentale ella ha avuto una copiosa schiera di amici ed amiche di ogni fascia d’età, che fino agli ultimi giorni della sua vita l’hanno accompagnata e visitata. La sua spiccata capacità di discutere, ascoltare e immedesimarsi nei problemi anche delle generazioni più giovani l’hanno fatta diventare compagna di viaggio di molte persone.

In occasione dl convegno europeo delle teologhe a Roma, ella ha presentato in video un saluto e un incoraggiamento a proseguire sulla via del lavoro teologico nel contesto accademico, ecclesiale e sociale. In Italia la sua figura fu resa nota sia per interventi a convegni e seminari fatti su di lei da parte della sua nipote Outi Tuomi-Nikula, antropologa, sia per la presenza del suo nipote Petri Tuomi-Nikula da anni ambasciatore di Finlandia presso lo stato italiano.

Con lei scompare una testimone di primo rango del cammino faticoso, ma doveroso delle donne di diventare soggetti di azione e di pensiero nella chiesa e nella società.