CTI Zona Nord-Ovest: Incontri del 30.11.2013 e 15.01.2014 e prossimi incontri

Zone, gruppo Nord – Ovest

Il nostro cammino procede cercando di inserire la riflessione sulle donne con quella più ampia su chi sono e cosa fanno i laici nella chiesa. Alcune di noi sentono l’esigenza di questo allargamento, altre avvertono invece l’urgenza di focalizzarsi di più sullo specifico donne. Il gruppo accoglie prospettive, sensibilità, sguardi diversi con riconoscenza.

30 novembre 2013

Introduzione di Monica Quirico alla lettura di Christifideles Laici

Testo lungo, percorso molto articolato e un po’ faticoso che vuole essere esaustivo. Risente del suo contesto, si sente che sono passati anni dal Concilio anche se i contenuti non sono così diversi (ma il lessico sì). I diversi aspetti vengono analizzati dettagliatamente.

Ribadisce più volte, con sobrietà, il radicamento battesimale a partire dal quale si distinguono poi le diverse vocazioni. Altrove si evidenzia la preoccupazione di dire l’identità del laico (cf. n. 8) inserito nella chiesa mistero di comunione (con l’identità battesimale che passa in secondo piano). Oscillazione tra questi due punti di vista.

A partire dalla dimensione intra-ecclesiale (da cui era partito anche il Vat II) si sottolinea la centralità dell’indole secolare (nel mondo, extra-ecclesiale), per non perdere di vista che i primi luoghi in cui vivere da laici sono quelli della vita ordinaria.

Osservazioni/confronto libero (più domande che risposte…)

  • La chiesa può essere davvero divisa secondo la distinzione sacrale/secolare
  • Veramente i laici hanno compito specifico? Il radicamento battesimale porterebbe a superare questa divisione
  • Deve esistere teologia del laicato? Nell’unica vocazione battesimale emergono ministero ordinato e altri ministeri in prospettiva di unità. Forse potremmo parlare di teologia del laicato nel senso di una maggiore consapevolezza (rispetto al fedele “medio”).
  • Anche la formazione non è problema dei laici, ma di tutti i cristiani. [N. B. Che cosa intendiamo per formazione? I presbiteri dimostrano che la formazione teologica non è sufficiente, è necessaria formazione alla vita battesimale, alla vita cristiana.]
  • Relazione tra esperienza pastorale/vissuto e documenti. A volte si ha l’impressione che i documenti attingano da questo livello, altre volte che siano staccati dalla realtà concreta.

15 gennaio 2014

Condivisione riflessione su Christifideles laici e LG fatta personalmente

Aspetto comune della vocazione alla vita cristiana pare prevalente rispetto alla determinazione di cosa significa essere laici (definito soprattutto per sottrazione). Anche l’indole secolare, indicata come specifico del laico, non dovrebbe appartenere a ogni cristiano anche se poi viene declinata in modi diversi nelle diversi stati di vita? La questione laicale mostra la necessità di far emergere la radice battesimale per cui già a livello terminologico si potrebbe dire “battezzato” invece di “laico” [ance se va riconosciuto che la radice battesimale non ha un significato “forte” come la parola laico che vuole indicare chi la dimensione battesimale l’ha assunta e presa in mano in modo consapevole (cosa che non fanno tutti i battezzati!)].

La diversità potrebbe invece essere posta su due livelli: 1) dei carismi che si esprimono nella chiesa in una molteplicità di vocazioni; 2) della ministerialità, chiamata ad assumere la differenza uomo/donna come ulteriore sfida di diversità (biologica e culturale insieme) nei vari modi di vivere la comune vocazione battesimale. Con l’integrazione armoniosa dei carismi c’è posto per tutto e per tutti: uomini e donne, gerarchia e ogni altra realtà che è stata poco valorizzata o trascurata. Il problema quindi è ecclesiologico in senso globale.

Urgenza di approfondire la questione più specifica delle donne che non può essere risolto solo con la questione battesimale (altrimenti fuori dalla chiesa il problema non sussisterebbe). Novità e dignità da difendere e promuovere, senza dare definizioni antropologiche e teologiche ma muovendo da contesti pratici: cosa significa dare dignità in questa situazione, concretamente. L’osservazione di papa Francesco relativamente a una maggiore presenza di donne nei luoghi in cui si prendono le decisioni chiama in causa direttamente la questione del potere. La distinzione tra sacro e mondano forse può essere letta come una attenzione a spazi dove  altrimenti non ci sarebbe nessuno ad annunciare il vangelo, luoghi di vita tipici della dimensione familiare o lavorativa. Ad esempio, il riferimento “obbligato” alla famiglia ci sembra restrittivo ma può essere riletta evidenziando le possibilità di rinnovamento e trasformazione dei ruoli e del modo di leggere l’esperienza familiare.

Punti critici CL:

  • delle donne non devono occuparsi soprattutto le donne, in una logica condivisa in cui tutti possono trovare spazio senza bisogno che una categoria si auto-promuova. Però: spesso delle donne parlano altri, la teologia è un mondo prevalentemente maschile da sempre, forse anche noi possiamo dire qualcosa su di noi…
  • vocazione specifica della donna, in certo senso sappiamo che è vero ma crea non pochi problemi
  • “Masso erratico critico” della questione del ministero, di cui non si può nemmeno parlare. Almeno continuare a dire che è aspetto critico e non questione chiusa.
  • trasmissione della fede in crisi perché le donne non fanno più quel che facevano: visione semplicistica, molte cose (riguardo a donne e uomini) non sono più come un tempo.
  • CL parla di specifica vocazione della donna. Come dirla oggi? Il riferimento all’ambito familiare che non manca di verità chiude però rispetto ad ambito più ampio, globalmente umano. Precisare nel livello comune il significato dell’alterità. Genesi ci presenta la relazione tra uomo e donna come uno spazio fecondo da abitare a far fiorire, nella consapevolezza della sua incompiutezza (resta immagine) e della sua fragilità (come si vede dopo il peccato, in cui la relazione diventa dominio).

Prossimo incontro:

Sabato 1 marzo 15,30 Centro Culturale San Lorenzo.

L’incontro sarà focalizzato principalmente su articolo di G. Canobbio Laici dopo il Vaticano II (Il Regno documenti 13 2011).