DA ISTANBUL A GERUSALEMME. I giorni del conflitto e il pianto dell’apostola – di Lena Residori

Care amiche e cari amici del CTI,

prima che le vacanze d’agosto ci raggiungano, vi scrivo da Gerusalemme, nella festività liturgica di Maria di Magdala che qui ricorre con il grado di solennità.

Una figura di spicco nella comunità delle origini, come traspare nel capitolo ventesimo del Vangelo secondo Giovanni. Una donna per dirne molte, prima di quelle assommatele nel tempo, penso alle donne che Lo seguivano fin dagli inizi, come tradisce l’appellativo galilaico con cui lei si rivolge a Gesù: «Rabbunì!».

Maria di fronte alla tomba vuota testimonia una reazione diversa da Pietro e Giovanni: sta presso il sepolcro e piange, come Maria di Betania (e Gesù) sul fratello Lazzaro. Questo pianto innesca una catena di interventi che la porteranno a sentirsi chiamare per nome dal suo Maestro, abilitata così al primo annuncio alla comunità nascente: è l’apostola degli apostoli, come ci ricorda molto bene la tradizione orientale.

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