Il femminismo nella luce dello spirito

Il femminismo nella luce dello spirito

di: Lucy Re Bartletta cura di Liviana Gazzetta,

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La collana «Teologhe e Teologie» prende avvio con la pubblicazione di questo scritto significativo, programmatico, si potrebbe dire, da molti punti di vista: è infatti un’opera classica, femminista, spirituale, ecumenica, laica, gravida di speranza. Si trovano così rappresentate molte delle traiettorie care al Coordinamento delle Teologhe Italiane, che assume la cura di questa collana teologica – tesa al futuro, non ignara del passato, ancorata al presente.

Innanzi tutto, infatti, Il femminismo nella luce dello spirito  viene ristampato a un secolo esatto dalla sua prima edizione in lingua italiana curata dall’autrice stessa, che si trovava a vivere e operare in Italia. Per la teologia delle donne è importante la consapevolezza di venire da lontano, di essere parte di una storia documentata, di una genealogia fatta di madri sorelle amiche. È importante per le teologhe stesse, prima di tutto, ma non è secondaria neppure per il loro volto pubblico, spesso rappresentato come costantemente incerto, inevitabilmente inesperto e perennemente principiante. Ovviamente cento anni sono tanti e accanto a temi sorprendentemente attuali si trovano prospettive e accenti datati: l’attenta introduzione di Liviana Gazzetta, che ha anche curato l’intero volume, non consente ingenuità o anacronismi, ogni elemento è rigorosamente collocato nelle coordinate cronologiche, geopolitiche e movimentistiche che lo costituiscono. Solo una simile acribia storica può infatti rendere fruibili i dati presentati.

Il femminismo  che connota il libro e compare anche nel titolo condivide con quello che ci appartiene l’istanza etica del superamento dell’esclusione e l’anelito spirituale di un umanesimo degno di questo nome, che si dipani attraverso le differenze e si proietti oltre ogni confinamento. È significativo raccogliere la titubanza con cui Lucy Bartlett ne introduce la categoria, conscia che la sua semplice enunciazione suscita paure e genera fantasmi: a un secolo di distanza si può affermare la stessa cosa. Analogamente si deve ripeterne il gesto, perché è terapeutico, corroborante e trasformativo: anche noi oggi non evitiamo il termine, né ci esentiamo dalle relative pratiche, incarnandole a favore di tutte e di tutti, nessuno escluso.

La luce dello spirito  che completa l’orizzonte del testo dà anche forma al progetto che con esso muove i primi passi: la pratica di una teologia speranzosa e sapienziale, di una spiritualità ecumenica e laica, radicata nelle appartenenze e capace di oltrepassarle, appassionata della convivenza civile e rigorosa nella ricerca del bene comune.

Cristina Simonelli
Coordinamento Teologhe Italiane

Un ringraziamento speciale viene rivolto all’Unione Femminile Italiana,
che ha messo a disposizione foto e documenti inediti.