La finestra teologica 62

“Per Rabbi Nachman, il tempo messianico non è il Tiqqun, una riparazione che cancella la rottura. Il tempo messianico non è il tempo in cui ci sarà il Messia. Al contrario: è il tempo in cui il Messia è atteso. Volendo calcare la mano: il Messia è fatto per non venire … e nondimeno è atteso. Il Messia permette al tempo di differirsi continuamente di generare il tempo (…). La dimensione messianica di R. Nachman è desiderio e progetto (…) e in questa sospensione il tempo è continuamente lanciato verso l’a-venire con un atto di anticipazione. Ma l’anticipazione non prevede nulla, non c’è compimento in fondo al cammino. E’ anticipazione di un’anticipazione.”

M.A. Ouakinin, Il libro bruciato, filosofia della tradizione ebraica, ECIG, Genova 2000, p. 379.

Cristo è il Messia, è l’atteso  venuto, è colui che si da come compimento e pienezza del tempo.   Dunque due fedi non rivali eppure diverse nel genere, nella sostanza.  Quale cammino possono tracciare, quali speranze potranno aprire il popolo ebraico e il popolo cristiano nella adesione fedele allo loro ‘diversa’ fede?

Lucia Magrini