La finestra teologica 92

“Fare teologia a partire dalla Scrittura comporta quindi la sistematizzazione del dato di fede che la Scrittura ci  testimonia e il discernimento sulla base della Scrittura stessa della tradizione ecclesiale, senza dimenticare però che anche la Scrittura sorge dentro la tradizione, quindi per quest’ultima quella non è un criterio di giudizio esterno, ma il suo frutto privilegiato, il canone, la norma sulla base della quale comprendere autenticamente la stessa tradizione che l’ha prodotta. La questione del discernimento della tradizione non si esaurisce però facendo riferimento alla Scrittura, perché questa a sua volta va interpretata e giudicata e tale interpretazione avviene sempre dentro la tradizione.”

 

 

S. Segoloni Ruta, “Teologia dalla tradizione”, in Rassegna di teologia. Forum, 3 (2012), 492.

 

Sistematizzazione del dato di fede, interpretazione della Scrittura e discernimento della tradizione, questi gli elementi indispensabili che si trova  per le mani il teologo.

Ma, alla luce del complesso apparato critico della Scrittura e della difficoltà a discernere nella tradizione ciò che è ancora valido e ciò che non lo è, è davvero possibile fare della “buona” teologia?

 

Simona Baccani