Manuela Terribile: Assunta a ferragosto

Ferragosto. E’ metà agosto? O, come ha detto un giovane sacerdote zelate nell’omelia dell’Assunta ai suoi parrocchiani attoniti: E voi, che siete pagani festeggiate ancora le ferie d’Augusto! No, è l’Assunta, la Madonna Assunta in Cielo. Assunta? Che vuol dire assunta? Tirata su dal cielo. Non come l’Ascensione, che Gesù sale da solo in cielo. Lei la portano su. E poi Assunta è un nome di donna, molto diffuso fino a qualche tempo fa. Come Annunziata, come Immacolata, come Concetta. Per gli onomastici, si ricordava il legame di questi nomi con la Beata Vergine Maria. Per il resto dei giorni erano nomi autonomi.

E poi l’Assunta è un dogma. Anzi l’Assunzione è un dogma. «Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo» (DH 3903).

Queste righe, come l’intero testo di cui sono conclusione, sono di una semplicità chiara e luminosa in quello che vogliono definire e anche sul perché e sul come definiscono. Quasi un esempio di scuola. Chiaro ma non più per tutti.

Cosa effettivamente possiamo capire di questa misteriosa vicenda tra mamme, verginità, re vincitori, peccato e morte, di una Madre che finiti i suoi giorni sulla terra (ma è morta?) viene presa anima e corpo (non eravamo tutti fatti di anima e corpo fino a qualche anno fa?) nella gloria del cielo, che sarebbe celeste come lo vediamo nei giorni di sole? Chiaro come una favola, fluido come un mito che non tiene conto di spazio, tempo, gravità, cieli pieni o vuoti e tantomeno della deriva degli universi.

Siamo però ancora attaccati alle immagini di una donna spesso incoronata, sulle nuvole, forse con qualche angioletto sotto i piedi, con lo sguardo rivolto ancora più in alto, oppure preoccupato verso il basso. Oppure legati o stupiti dalle forme in cui la cosiddetta pietà popolare ha rappresentato una giovane principessa sul letto di morte, a volte anche in una bara, ma vestita per una giornata gloriosa, con tutte le insegne della giovinezza, della ricchezza e della regalità.

Ma che dice?

Dice molte cose.

Dice che viviamo realmente, corporalmente, che non siamo puri spiriti e che questa vita così come la abbiamo, è importante, non va disprezzata.

Dice che queste anime-e-corpi (come lo spazio-tempo?), questi corpi non andranno perduti nell’indistinto della terra alla nostra morte; che dunque, come ci accade nei nostri giorni, quando ci riconosciamo per i nostri volti, per le nostre voci, per i nostri modi di camminare (tutte cose che facciamo con il corpo), ci riconosceremo dopo i nostri giorni, gli uni con gli altri, con tranquillità e gentilezza.

Dice anche, e di più, che anime-e-corpi attraversati dalla vita del Signore Gesù per noi, dalla Grazia quindi, non possono finire impastati nella polvere, non possono tornare ad essere quello da cui, nel racconto genesiaco, sono stati tolti. «Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente» (Gn 2,7). Il Signore è passato e le cose non stanno come prima.

Dice anche che Maria, colei per cui possiamo dire che Gesù è stato un uomo come noi, «nato da donna» (Gal 4, 4), che per questo nominiamo con le parole della preghiera che abbiamo imparato da bambini e che probabilmente non dimenticheremo mai «piena di grazia” (Lc 1, 28), era stata pensata e voluta fuori da quella specie di dramma cosmico che chiamiamo Peccato originale. C’è una Grazia, un fatto che non costa a noi fatica e dolore, che nel cuore di Dio precede la vita di ognuno di noi, qualunque guaio riusciamo a fare delle nostre esistenze. E come con Lei, il Cielo aspetta le nostre vite anima-e-corpo.

Per questo facciamo festa e i cristiani hanno festeggiato questa Assunzione ben prima che la Chiesa definisse il dogma. I cristiani d’Oriente hanno sempre creduto (e rappresentato) che la Madonna si è addormentata (Dormitio Virginis). Per questo, per questa fede in venti secoli pregata creduta pensata e rappresentata, continuiamo a seppellire in luoghi che chiamiamo “cimitero” che in greco voleva dire “luogo di riposo”. L’Assunzione è festa di Pasqua.

Manuela Terribile