Milena Mariani
Mercedes Navarro Puerto
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Lo studio, rigoroso e audace, consente di fare il punto sulle cristologie femministe e sui loro modelli principali; contemporaneamente si muove in terreni inesplorati, offrendo ipotesi innovative. Questo duplice approccio evita due rischi: l’ingenuità di scrivere sul tema come se si fosse le prime a farlo e, all’opposto, lo sfinimento in ricostruzioni e bibliografie come se non si potesse avanzare di un passo. Le due autrici, lavorando fianco a fianco, hanno realizzato un intarsio significativo, costituito da un ampio stato della questione e da una sezione di ripresa sintetica.
Parlare di Percorsi mostra la consapevolezza storica, biblica e sistematica di quanto si va a esporre, collocando la presente proposta in una storia consistente e variegata e proponendo vie che assumono, ampliano e indirizzano altrimenti il cammino. Si comprendono così le due sezioni: «Decostruzioni e ricostruzioni» recensisce gli studi offrendo delle griglie interpretative; «Continuità nella discontinuità» si collega ad esse riprendendole ed estendendole.
L’accesso delle donne alla teologia ha reso evidente l’urgenza di un ripensamento generale dei modelli, rendendo obsolete le forme statiche e i cattivi infiniti che occultano nel neutro i propri presupposti. L’insegnamento teologico può oggi abbandonare questi paradigmi, smascherandone la pretesa di universalità e l’ingiustizia strutturale che la connotava. Condizione imprescindibile per questa svolta è quella di accogliere le differenze, vagliando criticamente le prospettive acquisite, introducendo l’esplorazione di campi di indagine inediti, formulando categorie e paradigmi nuovi.
Per questo nasce una nuova Serie teologica.
Ciascun volume rivisita in prospettiva di genere gli ambiti teologici e si propone di attestare possibili circolarità ermeneutiche: tra discipline e temi, tra appartenenze confessionali, tra interessi e posizionamenti. La firma doppia di ciascuna ricerca è un segno del carattere aperto e dialogico dell’impresa.
Se la teologia
non assume la differenza
e non osa la profezia,
tutto resterà fermo e vecchio.