Card. Meisner annuncia grandi novità nella Chiesa: donne a casa, difesa della famiglia, no all’aborto

37190. COLONIA-ADISTA. Una celebrazione religiosa per risanare le ferite delle vittime di abusi ai primi di giugno a Colonia; una decisa contestazione alla politica della famiglia, la constatazione della crisi religiosa che attanaglia la Germania, la critica alla legge sull’aborto e l’appello affinché le donne restino in casa ad allevare tre o quattro figli come soluzione alla crisi produttiva. Sono questi i punti salienti di un’intervista rilasciata al quotidiano Stuttgarter Zeitung (17/5) dall’arcivescovo di Colonia card. Joachim Meisner, noto per le sue posizioni conservatrici e sulla via della pensione, (compirà 80 anni tra pochi mesi e ha superato di cinque il limite concesso ai vescovi).
Il Congresso eucaristico, spiega Meisner, è stato voluto come occasione per risanare le «molte ferite» inferte alla Chiesa dallo scandalo degli abusi sessuali fin dal suo esplodere, quattro anni fa. «Le vittime sono ovviamente invitate, così come tutti i cattolici», spiega il cardinale, che si augura la partecipazione di un numero consistente di persone.
Ma l’arcivescovo che oggi tenta di pacificare la Chiesa tedesca, in passato è stato protagonista di episodi che hanno a loro volta ferito o quanto meno urtato la sensibilità di moltissimi. Come quando, nel gennaio 2005, sul quotidiano tedesco Deutsche Welle paragonò l’aborto e l’eutanasia alla Shoah: «Non ho fatto che chiamare con il loro nome – spiega ora – gli abusi che le persone compiono rispetto alla vita. Siamo un popolo che sta morendo, però abbiamo una legislazione “perfetta” sull’aborto. Non è, questo, il suicidio di una società? Soprattutto, si continua a dire che le donne devono lavorare fuori dalla famiglia per incentivare la produzione.  Ma con il solo denaro non si possono avere dei figli».
Su questo tema il cardinale insiste: «Sarebbe meglio per la società creare un clima in cui le donne possano avere più figli. Ciò significa: esprimere l’altissimo valore per i figli della famiglia composta da un padre e una madre . Naturalmente bisogna garantire la sicurezza materiale della donna, anche per la sua futura pensione. Ho alle spalle tutta l’esperienza tragica della Germania Est, dove le donne sono state convinte che chi resta a casa per la famiglia è demente. Poiché c’era bisogno di forze produttive, furono inventati gli asili nido. Ha detto un sociologo socialista: “L’asilo nido è un’istituzione provvisoria, l’abbiamo fatta diventare permanente”».
All’obiezione dell’intervistatore sul fatto che le donne debbano realizzarsi anche professionalmente, il cardinale risponde pacifico: «Non tutte. Dov’è che le donne vengono davvero incoraggiate a livello pubblico a restare a casa e a mettere al mondo tre, quattro figli? È da qui che bisognerebbe partire e non, come fa Merkel, presentando soltanto l’immigrazione come soluzione dei nostri problemi demografici». Non è pensabile sottrarre ai portoghesi e agli spagnoli le loro generazioni giovani e quindi il futuro del loro Paese per puro egoismo, ha detto Meisner: «Dovremmo pensare alla formazione di questi disoccupati e offrire loro così una prospettiva. Poi, però, dovremmo lasciarli tornare nella loro patria, dove c’è bisogno di loro».
Si tratta di un approccio sicuramente non popolare, ma Meisner non ne è spaventato: «Non mi sono mai rivolto alla maggioranza, ma sempre a partire dal Vangelo. Il Vangelo non è sempre facile, nemmeno per me».
L’arcivescovo di Colonia si dice del tutto indifferente al fatto che la base del mondo cattolico, che chiede riforme ecclesiali, lo accusi di aver raffreddato la Chiesa: «Se mi lodassero, dovrei chiedermi dove ho sbagliato. Non posso accettare questo movimento per il semplice fatto che ha un approccio sbagliato. Si chiama Chiesa dal basso. Ma esiste solo una Chiesa, quella dall’alto». Quanto al numero spaventoso di fuoriuscite di credenti dalla Chiesa, pari a 300mila nel periodo di gestione di Meisner, quest’ultimo ammette che «nessuno è esente da errori». E attribuisce parte dello scontento al caso della donna vittima di stupro che, a dicembre dello scorso anno, si rivolse invano a due cliniche cattoliche per avere la pillola del giorno dopo (v. Adista Notizie n. 6/13).
Quanto, infine, a papa Francesco e alle speranze di cambiamento che ha suscitato, Meisner risponde in modo sorprendente: «Questo è improbabile. Io tendo a mettere in guardia dalle false speranze. In materia di dottrina fra Benedetto e Francesco non c’è nessuna differenza». (ludovica eugenio)
da: Adista Notizie n. 21 del 08/06/2013