Restare vigili sulla frontiera del rinnovamento conciliare. La XV assemblea nazionale di Noi siamo Chiesa

37216. MILANO-ADISTA.

La XV assemblea nazionale di “Noi Siamo Chiesa” (NsC), svoltasi il 16 giugno scorso nella consueta cornice della Cascina Contina (a Rosate, vicino Milano), era chiamata a discutere di una fase assolutamente inedita della vita  Chiesa: quella segnata dalla clamorosa rinuncia di Benedetto XVI, con tutte le contraddizioni (irrisolte) che il suo pontificato porta con sé, dai primi mesi, carichi di attese e speranze, ma ancora privi di atti decisivi, del suo successore Francesco. I partecipanti all’assemblea, provenienti da quattordici diverse situazioni locali, si sono confrontati soprattutto su questo. Complessivamente nei confronti della situazione nuova che si è creata nella Chiesa, l’assemblea ha condiviso una posizione di attesa e di speranza, non priva però di dubbi e timori; contrassegnata comunque dal rinnovato impegno ad una attenzione sempre vigile e critica nei confronti dell’evolversi della situazione.

Una linea sintetizzata nel comunicato diffuso qualche giorno dopo l’assemblea, il 20 giugno, in occasione dei 100 giorni dall’elezione di papa Francesco: «Il nuovo vescovo di Roma – afferma il coordinatore nazionale di Nsc Vittorio Bellavite – fa una proposta non di tipo dottrinale, ma pastorale soprattutto per chi cerca, da molto tempo e con passione, una parola di fede. Noi speriamo che i gesti, semplici ma significativi del suo ministero benevolente e misericordioso, cambieranno le posizioni di molti preti e di quanti sono legati alle forme obsolete della vita religiosa». Le riforme sostanziali che Nsc si attende sono sul solco di nuove forme di dialogo dentro e fuori la Chiesa, di decentralizzazione e di gestione collegiale nella linea del Vaticano II e un nuovo modo di considerare il ruolo delle donne nella nostra Chiesa,una Chiesa non più eurocentrica ma vicina alle periferie del mondo e della storia, una Chiesa povera e una Chiesa dei poveri. «Noi sappiamo che ci vorrà un lungo processo di trasformazione. Noi appoggiamo questo processo e vogliamo continuare a contribuirvi con i nostri punti di vista fondati su solide ricerche teologiche. Speriamo che i nostri contributi siano ascoltati più di prima».
Un anno di iniziative, incontri e pubblicazioni
Ad introdurre i lavori è stato Luigi Sandri, giornalista e storico animatore della sinistra ecclesiale di base, affermando che le dimissioni di Benedetto XVI sono la conseguenza del fallimento dell’interpretazione ratzingeriana del Concilio, inteso come momento di sostanziale continuità con la storia della Chiesa. Sic stantibus rebus, l’unico vero segno di radicale rinnovamento secondo Sandri sarebbe quello di un nuovo Concilio non composto solo da vescovi ma anche da rappresentanze di tutto il popolo cattolico. Decisivo sarà il problema della nomina dei vescovi, se essa rimarrà integralmente a Roma o se invece sarà modificata nella direzione di quanto avveniva nel primo millennio. I messaggi delle omelie mattutine a S. Marta sono positivi, due passaggi negativi sono stati il silenzio su Romero il 24 marzo, anniversario dell’assassinio, e il discorso alle suore di tutto il mondo, paternalista e con invito all’obbedienza. «Per 12 ore sono ottimista – ha concluso Sandri – per le altre 12 sono pessimista. Se le cose non cambieranno e se il mandato ricevuto dai cardinali non sarà adempiuto, il risveglio da questo nostro sogno sarà amarissimo».Al dibattito seguito alla relazione di Sandri, nel pomeriggio è seguita una informativa del coordinatore nazionale Vittorio Bellavite su tutte le iniziative dell’anno, a partire dagli interventi sulle dimissioni di Benedetto XVI e sull’elezione di Francesco, dalla partecipazione alle conferenze stampa internazionali di IMWAC (International Movement We Are Church) prima del Conclave. La linea scelta è quella che è stata confermata nel dibattito in assemblea. Inoltre NsC ha promosso e partecipato alle due assemblee di “Chiesa di tutti Chiesa dei poveri” del 15 settembre e del 6 aprile che si inseriscono nel proposito di partecipare alla creazione di reti del cattolicesimo conciliare (collaborando, per esempio, con la rete dei Viandanti che ha diffuso una “Lettera alla Chiesa che è in Italia” i cui contenuti sono condivisi da Nsc). Sulla situazione italiana NsC è intervenuta per constatare il fallimento della linea della Cei (incontri di Todi e sponsorizzazione del centro con l’appoggio al partito di Monti) e per indicare un possibile modo dei credenti di essere presenti in politica (a proposito delle elezioni di febbraio). Si sono ricordati gli incontri, organizzati con altri soggetti ecclesiali di base, come il convegno su “Finanza e potere nella Chiesa” (Roma, 16 marzo) e sul card. Martini (Milano, 16 marzo) e infine la dura “Lettera aperta ai vescovi italiani” di maggio per denunciare la loro colpevole passività sulla questione della pedofilia di esponenti del clero.L’assemblea ha poi esaminato i rapporti internazionali, sia mediante la presenza nel Council internazionale di IMWAC (incontro a Lisbona di ottobre) che dell’European Network Church on The Move (Madrid, maggio) e al Forum sociale mondiale di Tunisi. Queste presenze sono soprattutto finalizzate alla realizzazione di un incontro mondiale a Roma nell’autunno del 2015, a 50 anni dalla conclusione del Concilio.Si è poi discusso dei problemi della comunicazione e dell’editoria, oltre che delle iniziative dei gruppi locali. Nell’ultimo anno, oltre a Non solo Vescovi (curato da Giovanni Panettiere e pubblicato da Gabrielli editore) NsC ha pubblicato Correggere la Chiesa di dom Clemente Isnard e, insieme ad Adista, Il dissenso soffocato: un’agenda per papa Francesco (curato da Mauro Castagnaro e dalla nostra giornalista Ludovica Eugenio), entrambi editi dalla Meridiana. Quest’ultimo testo è stato inviato a papa Francesco, accompagnato da una lettera del coordinatore nazionale. Oltre ai propri libri, l’assemblea ha deciso di sostenere ulteriormente, anche dal punto di vista economico, Adista, come imprescindibile strumento di informazione e controinformazione ecclesiale, promuovendone la conoscenza e la diffusione.
Per quanto riguarda le adesioni a Noi Siamo Chiesa, quest’anno un po’ in ritardo, da settembre sarà rilanciato l’invito a formalizzare l’adesione per chi non l’ha ancora fatto, mentre il bilancio del movimento, presentato dal segretario organizzativo Giovanni Ambrosoni, risulta in pareggio e registra attivi e passivi di modesta entità, essendo l’impegno in NsC del tutto volontario. L’assemblea, per quanto riguarda la composizione del coordinamento nazionale, ha deciso di tornare al sistema usato fino a due anni fa perché più funzionale e democratico: faranno parte del coordinamento i rappresentanti designati dai gruppi locali e di quelle associazioni o movimenti con cui Nsc ha consuetudine di collaborazione da lungo tempo.
Durante la giornata, scandita come sempre avviene nelle assemblee di Nsc dalla celebrazione dell’Eucaristia, c’è stato il tempo per ricordare alcuni esponenti della Chiesa di base recentemente scomparsi e particolarmente vicini al movimento o alle sue istanze: Luisito Bianchi, Giulio Girardi, Luigi Negri, Andrea Gallo, Piero Barbaini.
da:Adista Notizie n. 24 del 29/06/2013