Quale saggezza per governare il tempo?
essa connessi rimbalzano all’orizzonte. Ancor più, nella diagnostica del tempo presente, essi risultano decisivi, quando si considera che l’impianto di pensiero e le prassi legate alla sensibilità di genere vengono messi sotto accusa come fattori che accelerano le derive apocalittiche dei nostri giorni.
sguardo sul futuro non può distogliere dal presente; eppure, non si accontenta della fatticità di quello che viviamo, ma apre l’orizzonte di quello che siamo capaci di sperare. Su questo sfondo di ambivalenza dell’apocalittica si snoda il discorso etico nella sua necessaria indole multi-prospettica. Nella diagnostica del presente si fa appello alla parresia e alla abilità analitica dei fatti, delle cause e degli effetti. E per l’apertura al futuro si profila l’attitudine all’equilibrio tra affidamento fiduciale alla promessa e capacità di anticiparne la realizzazione
mediante prassi responsabili di convivenza redenta. Per questo una considerazione del “tempo che resta” (Agamben), della “befristete Zeit” (Metz) è un compito etico per sfuggire ad ogni illusione e ad ogni disincanto.