Seminario CTI – Sabato 22 Marzo 2025
LE DONNE IL DRAGO LE STELLE. DENTRO LE APOCALISSI DI QUESTO TEMPO

segue Assemblea Socie/i con elezione degli organi statutari (Presidente, Segretaria e Consiglio di presidenza)
Domenica 23 marzo 2025

Casa Maria Immacolata delle Figlie della Chiesa
Via Ezio 28, 00192 Roma

PROGRAMMA
10.00  Inizio dei lavori
 
Introduzione – Lucia Vantini

Apocali…ssa! Tra fatiche e slanci di speranza.
Le metafore di genere nel libro della Rivelazione –
 Silvia Zanconato
 
Coffee break
 
Ambivalenza dell’apocalittica – plurivalenza dell’etica.
Quale saggezza per governare il tempo?
 – Antonio Autiero
 
Dibattito
13.00 Pranzo
14.45 Ripresa del pomeriggio
 
Custodia della terra e apocalissi.
Sussurri dalla fine del mondo
 – Maria Bianco
 
L’eros in tempi apocalittici.
Scoprire la forza dell’intimità nei diari di Etty Hillesum –
 Isabella Bruckner
 
coffee break
 
Una visione nel mezzo del travaglio.
Per una chiesa vulnerabile
– Simona Segoloni
 
Dibattito
18.30 Preghiera
ABSTRACT DEGLI INTERVENTI AL SEMINARIO
Ambivalenza dell’apocalittica – plurivalenza dell’etica.
Quale saggezza per governare il tempo?
 
Le tendenze a moltiplicare immaginari apocalittici caratterizzano ogni tempo di crisi, compreso il nostro. Tuttavia, la cifra apocalittica non si esaurisce nella produzione di scenari catastrofici, ma si esprime anche attraverso aperture di orizzonti che anticipano visioni nuove, spazi redenti.
Da questa indole ambivalente dell’apocalittica si generano varie domande: esse hanno a che fare anzitutto con l’analisi dei motivi e delle funzioni del ricorso a narrazioni “chiuse” sul presente e sul futuro. Il suo uso politico rimette al centro la questione del potere e delle espressioni tossiche del suo esercizio, non senza riconoscerne le radici patriarcali. Già qui la sensibilità di genere e i temi ad
essa connessi rimbalzano all’orizzonte. Ancor più, nella diagnostica del tempo presente, essi risultano decisivi, quando si considera che l’impianto di pensiero e le prassi legate alla sensibilità di genere vengono messi sotto accusa come fattori che accelerano le derive apocalittiche dei nostri giorni.
La valenza “aperta” del pensiero apocalittico, espressa come promessa e rivelazione riguardante “cieli nuovi e terre nuove”, mette in campo la risorsa della speranza come sguardo pulito, come dono da accogliere e compito da realizzare. Anche qui il tenore politico non può essere ignorato: lo
sguardo sul futuro non può distogliere dal presente; eppure, non si accontenta della fatticità di quello che viviamo, ma apre l’orizzonte di quello che siamo capaci di sperare. Su questo sfondo di ambivalenza dell’apocalittica si snoda il discorso etico nella sua necessaria indole multi-prospettica. Nella diagnostica del presente si fa appello alla parresia e alla abilità analitica dei fatti, delle cause e degli effetti. E per l’apertura al futuro si profila l’attitudine all’equilibrio tra affidamento fiduciale alla promessa e capacità di anticiparne la realizzazione
mediante prassi responsabili di convivenza redenta. Per questo una considerazione del “tempo che resta” (Agamben), della “befristete Zeit” (Metz) è un compito etico per sfuggire ad ogni illusione e ad ogni disincanto.
Custodia della terra e apocalissi. Sussurri dalla fine del mondo.

Viviamo in un’epoca definita da crisi profonde che spaziano dal cambiamento climatico alle disuguaglianze sociali e politiche, descritte spesso come apocalissi. 

Tuttavia apocalisse indica opportunità, rivelazione per ripensare il nostro rapporto con la terra e tra gli esseri umani. Analizzeremo il ruolo delle parole nel narrare la crisi e proporremo pratiche che emergono come risposte trasformative. Le pratiche e le riflessioni di resistenza e rigenerazione che le ecoteologie ci consegnano evidenziano che le crisi possono diventare catalizzatori di creatività e nuovi modelli di coesistenza, occasioni liminali, spazi di transizione in cui emerge la possibilità di nuove configurazioni esistenziali, come dei sussurri dalla fine (confine geografico/di genere/simbolico) del mondo, secondo il metodo dell’intersezionalità, perché non resti indietro nessuno/a. Anche il drago può convertirsi (Marta di Betania e il drago).

La custodia della terra emerge come paradigma per affrontare queste sfide, attraverso i concetti di cura, interconnessione e rigenerazione, che divengono gesti politici di resistenza alle logiche estrattive e disumanizzanti.

Siamo invitati a rimanere nel problema (abitare sapientemente la storia), accogliendo la complessità per costruire legami significativi con la terra, tra umani e altre specie.

L’eros in tempi apocalittici. La forza dell’intimità nei diari di Etty Hillesum

L’ebrea olandese Esther (Etty) Hillesum scrive i suoi diari (1941–1943) in “tempi bui” (Hannah Arendt). Anzi, si potrebbe dire, in tempi apocalittici, nel doppio senso del termine: da un lato, “apocalittico” inteso come catastrofe, abisso totale, riguardo alle atrocità che si sono manifestate nell’orrore del regime nazionalsocialista in cui sistematicamente le vite di parecchi milioni di ebrei, cittadini sovietici, rom e sinti, omosessuali e persone con disabilità furono annientate (inclusa l’intera famiglia della Hillesum); dall’altro lato, “apocalittico” nel senso rivelativo della verità del desiderio di ognuno, che si disvela proprio in questi tempi di crisi. I diari di Etty Hillesum sono un’espressione di un forte desiderio di sopravvivere – sebbene non per una mera sopravvivenza, ma per poter rendere testimonianza, come “cuore pensante”, di questo periodo apocalittico. Etty, infatti, non vuole far ricordare le atrocità, ma piuttosto i gesti di umanità del suo tempo, visto che i “tempi bui”, come dice Arendt, offrono allo stesso tempo la possibilità “che si sviluppi un tipo particolare di umanità”. I diari stessi della Hillesum manifestano la testimonianza di tale particolare e straordinaria umanità che, in mezzo alla miseria totale, avvalora la bellezza della vita e una speranza che un altro mondo non soltanto sia possibile ma stia già per avvenire. La forza per una tale testimonianza, Etty la trae da un’esperienza dell’intimità, intensamente vissuta. Raccontando la storia della giovane donna, in questa conferenza verranno evidenziate tre forme in cui la Hillesum vive questa intimità: le amicizie e le relazioni amorose, la pratica di una preghiera sempre più profonda, e l’atto stesso della scrittura. L’analisi di alcuni passaggi più significativi dei diari – testamento di una grande amante della vita, della gente e del mondo – mostra, dunque, diversi modi in cui viene custodito il pensiero di ciò che può morire e di ciò che può nascere in modo rinnovato, malgrado (o forse, addirittura “grazie” a) tutte le inaudite circostanze esteriori… Le parole di Etty mostrano come l’ardente desiderio di essere una poetessa, una vera scrittrice e la cronista del suo tempo l’abbia resa capace di formulare una testimonianza umana che risuona toccante anche oggi.

Una visione nel mezzo del travaglio. Per una chiesa vulnerabile

La relazione terrà come riferimento principale le immagini del libro dell’Apocalisse per cogliere la chiesa nel mezzo del nostro (solo il nostro?) tempo che minaccia fini catastrofiche di ogni tipo. Si noterà quindi la costitutiva vulnerabilità della realtà e della chiesa stessa, declinando questa
vulnerabilità in modo specifico per la chiesa, poiché la chiesa nasce dall’assenza di Cristo e dalla presenza mite, ignorabile, dello Spirito. La chiesa inoltre conosce la vulnerabilità dell’autodistruzione e del fallimento che coincide con trasformarsi nell’opposto di ciò per cui si è nati.
Noteremo come per vivere in mezzo a queste minacce occorra una visione che apra alla speranza, che racconti come colui che era morto (e quindi ha conosciuto l’abisso ultimo della vulnerabilità) è vivo e vive per sempre. Questa visione può indirizzare il cammino e insegnare a resistere senza
fuggire la vulnerabilità. Si scorreranno allora alcune immagini del libro dell’Apocalisse per cogliere come la strutturale vulnerabilità della chiesa nel mezzo della lotta – dimensione sempre costante nell’Apocalisse – sia
un valore e non un elemento di debolezza. Sulla strada infatti che deve condurre colei che travaglia a divenire sposa e Gerusalemme celeste, sta la minaccia dell’adorazione della bestia o del dominio di Babilonia, ma proprio la vulnerabilità si rivelerà essere la migliore risorsa per raggiungere la
pienezza della vita e resistere alle minacce della morte: la migliore risorsa per essere chiesa. La vulnerabilità però è risorsa nota alle esistenze femminili o comunque è risorsa estranea ai sistemi patriarcali, dispotici e gerarchici, che tendono a misconoscere e sottomettere le donne. L’intero quadro avrà dunque un taglio di genere, proprio nel tentativo di recuperare la vulnerabilità come
cifra della vita in genere e della chiesa in specie.

Apocal… issa! Tra fatiche e slanci di speranza. 
Le metafore di genere nel libro della Rivelazione

Libro di rivelazione e profezia, l’Apocalisse continua a ispirare speranza nei credenti e negli oppressi, offrendo visioni di giustizia e redenzione fondate sulla fede in una storia rinnovata dalla salvezza di Gesù. Nel suo epocale scontro tra bene e male, l’Apocalisse alimenta la fiducia di coloro che si trovano dalla parte “giusta” della storia, ma solleva anche interrogativi sul modo in cui sono rappresentati gli amici e i nemici del Signore. Le metafore di genere svolgono un ruolo cruciale nella costruzione simbolica del libro, rendendo le figure femminili centrali nella polarizzazione tra mondi antitetici e incompatibili. Dalle figure esplicite, come Gezabele e la donna vestita di sole, la grande prostituta di Babilonia o la Gerusalemme del cielo, fino a immagini di genere meno evidenti come quella del drago, le metafore femminili plasmano il messaggio del libro della Rivelazione. Luminose signore celesti, avversarie o alleate di draghi terrificanti, le donne dell’Apocalisse emergono come protagoniste di primo piano nella grande rappresentazione del conflitto cosmico, e l’autore riserva loro alcune tra le immagini più vivide e potenti. A seconda delle loro caratteristiche, incarnano valori da celebrare oppure tutto ciò che è malvagio e ostile al progetto divino rivelato dall’Agnello. Tuttavia, la netta contrapposizione tra modelli positivi e negativi associati a queste figure interroga sulle implicazioni culturali e teologiche di uno schema così schierato. Tra prospettive che ne recuperano il potenziale liberatorio e letture critiche che ne evidenziano i rischi legati alla violenza redentrice e agli stereotipi di genere, le interpretazioni dell’Apocalisse oscillano tra fatiche e slanci, tra rifiuti e promesse. Un percorso complesso che non solo dischiude sorgenti di fiducia, ma stimola una riflessione aperta sul ricco e controverso universo simbolico del testo.

LOCANDINA
ISCRIZIONE SEMINARIO



Partecipo al seminario del giorno 22 marzo

"LE DONNE IL DRAGO LE STELLE. DENTRO LE APOCALISSI DI QUESTO TEMPO"

(il seminario si svolge circa dalle h 10.00 alle 18.30)

Seleziona la tipologia di partecipazione

Prenoto il pranzo in struttura: 25€

SiNo

Intolleranze ed esigenze alimentari

NessunaVegetariana/oVegana/oKosherSenza LattosioSenza glutinealtro

Assemblea ELETTIVA solo per socie/i 23 marzo


E' possibile pernottare in struttura fino a esaurimento disponibilità delle stanze.
Per info, costi e prenotazioni scrivere entro il 28 febbraio a tesoriera.cti@gmail.com


Allega ricevuta di bonifico | solo file PDF (massimo 2mb)

IBAN: IT02E0306909606100000162098

Il bonifico deve includere:

Quota di partecipazione al seminario + eventuale costo del pranzo (25€)

CAUSALE del Bonifico: Seminario CTI 2025



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