Prove di dialogo fra LCWR e Vaticano. Ma le religiose sono prudenti

PROVE DI DIALOGO FRA LCWR E VATICANO. MA LE RELIGIOSE SONO PRUDENTI

37267. ORLANDO-ADISTA. «Fratello e amico»: così si è definito l’arcivescovo di Seattle mons. Peter Sartain nel suo intervento all’assemblea annuale delle superiore religiose statunitensi della Leadership Conference of Women Religious (Lcwr), del cui commissariamento è stato incaricato nel 2012 dal Vaticano in seguito agli esiti della visita apostolica effettuata a partire dal 2009 sull’organismo, che rappresenta l’80% delle congregazioni femminili. Una visita conclusasi con gravi critiche alle religiose, accusate di discostarsi dalla dottrina cattolica per taluni aspetti, permeati da un atteggiamento «radicalmente femminista».

All’apertura dell’assemblea, svoltasi a Orlando, in Florida, dal 13 al 16 agosto, alla presenza di 825 religiose (della quale riferisce il settimanale National Catholic Reporter, 13/8) Sartain ha parlato in termini positivi – arrivando addirittura a usare il termine «amicizia» – del rapporto sviluppatosi con l’Lcwr durante quest’anno, che ha visto «colloqui molto significativi» e un atteggiamento di «meraviglioso rispetto reciproco». Un’atmosfera, dunque, apparentemente distesa, come emerge anche dall’intervento di mons. Carlo Viganò, nunzio apostolico negli Stati Uniti: «Voglio trasmettervi in modo particolare – ha detto alle superiore – gli auguri sentiti del Santo Padre che nutre sempre un legame di comunione spirituale con voi e vi è estremamente grato per tutto il bene che avete compiuto nel corso degli anni». Un bene, ha proseguito Viganò, compiuto «grazie al sacrificio delle vostre vite, con cui avete toccato profondamente le vite di altre persone, portando speranza e sollievo, aiutandole a modellare la loro mente e il loro cuore a immagine di Gesù».Positiva la reazione delle religiose di fronte a questi interventi “istituzionali”, il cui tono cordiale non era scontato, data la conferma, da parte di papa Francesco, della validità della critica valutazione dottrinale sull’Lcwr emessa nell’aprile 2012 (v. Adista Notizie nn. 16, 23/12). «Penso che siano stati molto sinceri, è un fatto che dà speranza», ha commentato suor Sharon Simon, rappresentante di una congregazione domenicana del Wisconsin.

Più realista un’altra religiosa, che ha chiesto l’anonimato, secondo la quale i vertici dell’Lcwr non hanno avuto ancora sufficienti incontri con Sartain per poter parlare di amicizia; cosa testimoniata anche dagli sguardi perplessi delle religiose – spiega la stessa fonte – di fronte all’espressione usata dall’arcivescovo che, come si ricorderà, ha avuto dal Vaticano il compito di rimaneggiare e correggere programmi e statuti dell’Lcwr entro i prossimi quattro anni.Consapevole delle sfide che attendono l’Lcwr si è detta, nel suo discorso di apertura, suor Florence Deacon, la presidente uscente dell’organismo: «Sappiamo che le decisioni che abbiamo di fronte sono enormi. Le conseguenze delle nostre scelte possono avere un impatto determinante sul nostro modo di portare la vita religiosa nel futuro». E anche nel discorso finale, suor Deacon è tornata sulla difficoltà del momento, definendo la missione delle religiose e la loro relazione con la Chiesa come «un intreccio delicato», in cui ognuna delle parti deve imparare a «completare il movimento dell’altra, ad anticipare le sue azioni e a sviluppare bellissimi disegni». «Impegnandoci con la Cdf – ha detto Deacon – sperimentiamo il fatto di essere “Chiesa per la Chiesa”. Molte persone incontrate in diversi Paesi hanno apprezzato l’impegno della Lcwr al fine di condurre il dialogo con i vescovi a partire da un atteggiamento di profonda preghiera che dia valore al rispetto e all’ascolto attento, per accrescere la comprensione tra i vertici della Chiesa e le religiose. Forse noi, con lo stile e la maniera in cui lo facciamo, possiamo indicare una direzione per la società in generale, nello spirito del Concilio Vaticano II».

La valutazione dottrinale elaborata dal Vaticano come esito della visita apostolica è stata poi oggetto di un dibattito a porte chiuse con l’arcivescovo Sartain. Dopo un’ulteriore riflessione che ha avuto luogo nel corso di un incontro riservato di tre giorni immediatamente successivo all’assemblea, l’Lcwr ha emesso un comunicato (19/8): «La sessione con l’arcivescovo Sartain – vi si legge – ha consentito un profondo e onesto scambio di vedute. A causa dei tempi limitati dell’assemblea, Sartain non ha avuto modo di rispondere alle domande delle partecipanti, ma ha ovviamente ascoltato con attenzione e ha percepito le ansie da esse espresse e il loro desiderio di avere maggiore informazione». L’incontro successivo tra il “commissario” e la leadership dell’Lcwr, che il comunicato definisce «straordinariamente ricco e profondamente rispettoso», ha consentito «una maggiore comprensione delle posizioni dell’arcivescovo e crediamo che anche lui ora capisca meglio noi. Anche se restiamo dubbiose sul modo in cui il nostro lavoro con i delegati episcopali proseguirà – prosegue la Lcwr – continuiamo a sperare che incontri costanti di questa profondità portino a una soluzione in grado di mantenere intatta l’integrità dell’Lcwr, svolgendo un ruolo positivo per l’intera Chiesa».

Alla conclusione dell’assemblea, come di consueto, l’Lcwr ha conferito la sua più alta onorificenza, l’Outstanding Leadership Award, alla francescana suor Pat Farrell, presidente dal 2011 al 2012, per la sua capacità di guida in un periodo particolarmente difficile, e ha proceduto, come ogni anno, al turnover dei propri vertici secondo un protocollo che prevede due presidenti, una nominata e l’altra eletta (la quale diventa automaticamente la presidente nominata dell’anno successivo): suor Deacon lascia così il posto a suor Carol Zinn per il 2013-2014; l’attuale vicepresidente, suor Sharon Holland, è la nuova presidente eletta. Appartenente alle Suore del Cuore Immacolato di Maria, potrebbe essere una figura chiave nei rapporti col Vaticano, avendo trascorso ben 21 anni alla Congregazione per i Religiosi. (ludovica eugenio)