Braz De Aviz: con le suore USA rapporti complessi

37268. ROMA-ADISTA. Se le religiose americane della Leadership Conference of Women Religious (Lcwr), commissariate dal Vaticano per presunte posizioni «radicalmente femministe» (v. Adista Notizie nn. 35, 43, 46/09 e 16/12), vogliono davvero dialogare con Roma – nel percorso di riformulazione dei loro programmi e statuti voluto proprio dalle gerarchie e affidato, nell’aprile 2012, al vescovo di Seattle mons. Peter Sartain – devono comprendere che «il punto centrale» di tale dialogo riguarda questioni dottrinali fondamentali.

Lo ha affermato il prefetto per i religiosi, mons. João Braz de Aviz, nella relazione tenuta lo scorso 5 maggio in occasione dell’assemblea dell’Unione internazionale delle Superiore generali (Uisg), svoltasi a Roma (v. Adista Notizie n. 18/13), che ha visto la partecipazione di circa 2mila superiore provenienti da tutto il mondo. Aviz ha però contestualmente aggiunto: «Non ho idea di come risolvere la situazione».Ne parla diffusamente il settimanale statunitense National Catholic Reporter, che riporta ora il testo integrale dell’intervento del prelato, di cui all’epoca erano emersi solo alcuni passaggi, come quello che si riferiva alla sua mancata conoscenza del provvedimento preso contro l’Lcwr.Aviz, nella relazione, sollecita le suore a chiedere un colloquio con papa Francesco: «Non potete tenere conto solo della vostra versione della vicenda. Dovete tenere in conto le diverse prospettive». Il periodo di cinque anni previsto per il completamento degli obiettivi della visita apostolica, uno dei quali è già trascorso, ha affermato il prefetto, va condiviso con Sartain; se per le religiose dell’Lcwr non sono lecitamente in discussione questioni dottrinali, è vero invece che per il Vaticano il focus è proprio quello.

Di qui la necessità del dialogo. Un dialogo, ha specificato, «che non sappiamo dove ci condurrà, perché non siamo stati formati in queste materie, o forse perché noi della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita apostoliche non abbiamo autorità su questo campo. Molti di questi casi sono stati sottratti alla nostra giurisdizione». Il caso dell’Lcwr, ha spiegato Aviz, è nelle mani di Sartain e della Congregazione per la Dottrina della Fede.Il prelato ha riconosciuto la particolare difficoltà della situazione, anche se ha voluto precisare che «il problema non è con le 59mila religiose degli Stati Uniti, ma con l’Lcwr», l’organismo che ne raccoglie i vertici. «È a questo livello che il dialogo deve essere intenso». Ma come trovare una soluzione soddisfacente al problema? L’Lcwr deve accettare di affrontare anche quei problemi dottrinali che nega di avere, ribadisce Aviz. Quanto a una presunta ruggine tra Congregazione per i religiosi e Congregazione per la Dottrina della Fede, per Aviz sono solo illazioni: nessun disaccordo tra i due dicasteri. Analogamente, Aviz smentisce le voci riguardanti l’ex segretario della Congregazione per i religiosi, mons. Joseph Tobin, “promosso” alla guida dell’arcidiocesi di Indianapolis, il quale sarebbe stato il vero responsabile della “punizione” delle religiose. «C’era un dialogo che è avanzato lentamente, ma i cui protagonisti erano molto lontani tra loro»: da una parte la Cdf che lavorava sulla questione con un’indagine dottrinale, dall’altra la Congregazione per i religiosi, che lavorava per conto proprio sulla medesima questione con una visita apostolica. I due percorsi sono andati avanti in parallelo e ognuno all’oscuro dell’altro, prosegue Aviz, finché, al momento di elaborare la valutazione dottrinale, Tobin e Aviz hanno detto al card. William Levada, all’epoca prefetto della Cdf: «Obbediremo a ciò che il Santo Padre desidera e a ciò che Lei deciderà, pacificamente e senza esitazioni. Ma ci sentiamo in dovere di dire che questo tema avrebbe dovuto essere discusso insieme e ciò non è accaduto. Non vogliamo che Lei dica a tutti che questo è il volere della Congregazione per i religiosi». Così, racconta Aviz, «abbiamo preso le distanze da quella decisione».

Convinto che si debba «cambiare questo modo di procedere», il prefetto della Congregazione per i religiosi fa appello alla Chiesa in quanto comunione, alla necessità di vedere le connessioni tra le diverse dimensioni della realtà e alla fedeltà reciproca. Alla luce di tutto ciò, Braz de Aviz ritiene possibile un incontro tra l’Lcwr e il papa, purché le religiose «facciano un resoconto del percorso intrapreso e di ciò che stanno facendo», rinunciando ad una visione unilaterale dei fatti. «Credo che papa Francesco – ha aggiunto – non sarà un estraneo per voi. Dovete saperlo. Ha confermato la valutazione dottrinale, vuole che sia portata avanti, quindi sarebbe opportuno incontrarlo per chiedergli come la intende». (ludovica eugenio)