OSSERVAZIONI SULLA LETTERA PASTORALE

GRUPPO PROMOZIONE DONNA

20122 Milano via S. ANTONIO, 5

gpdmilano@virgilio.it
 

 OSSERVAZIONUI SULLA LETTERA PASTORALE PER L’ANNO 2006 – 2007

  “FAMIGLIA ASCOLTA LA PAROLA DI DIO”

del Card. Tettamanzi

 
La
Lettera scritta con tono accorato è ricca di suggestioni e s’inquadra
nel discorso ampio e profondo del significato del matrimonio cristiano
e
della necessità di una fede consapevole della presenza del Signore
Gesù nel cammino familiare che gli sposi intraprendono.

Giustamente quindi
si pone l’accento sulla evangelizzazione delle famiglie, constatando
l’ignoranza o l’inconsapevolezza con cui si chiede il matrimonio
religioso.

Di qui l’importanza della formazione e della catechesi alle famiglie in quanto tali.

Ci
sembra anche importante che sia incentrato il discorso sull’ascolto
come ascolto della Parola e come ascolto dei vissuti delle famiglie
stesse constatando
la frantumazione e la fragilità che le attraversano, spesso
disfacendole.

E’
su questo aspetto che vogliamo intervenire, non tanto per ribadire o
ripetere le grosse questioni che altri o in altro momento hanno
evidenziato e che
sono problemi scottanti nell’ambito ecclesiale (divorziati e risposati,
convivenze di fatto, omosessuali, ecc.) quanto alcune realtà più comuni
che nascono o vengono a ricadere nell’ambito delle famiglie,
creando vistose contraddizioni e disparità e notevoli, quanto spesso
sottaciuti, disagi e autentici drammi.

Infatti
non si può parlare di famiglie in senso generico e globale: bisogna
riferirsi ai singoli componenti (uomo, donna, che sono sposi e
genitori;
figli, che sono bambini, adolescenti, giovani, cui si aggiungono spesso
anziani ( nonni e parenti collaterali ).

Sono
tutte persone che vengono a incidere sulla famiglia come luogo di
relazione e di cammino, di confronto, di interagibilità e di percorsi
diversi,
di crescita e anche di condizionamenti reciproci enormi.

Ad esempio non si può sottacere quanto pesi nell’ambito familiare

  •  La
    posizione della donna: non è questione di emancipazione – per altro
    legittima in tutti gli ambiti – quanto di dignità: le molestie, la
    violenza alle donne
    – mogli, figlie – si consumano prevalentemente in famiglia (parlano le
    statistiche);
  •  I clienti che fruiscono della prostituzione di tutti i tipi sono i mariti, i padri, i figli di famiglie “per bene”;
  •  La pedofilia ha spesso uno spazio e un rifugio sicuro nelle famiglie;
  •  L’educazione sessuale dei figli , soprattutto maschi, non avviene in nessun senso soprattutto nel rispetto della donna;
  •  L’educazione dei figli e il peso che hanno su di loro separazioni e divorzi, dove spesso sono fonte di ritorsioni reciproche;
  •  La
    prassi del tradimento reciproco come affermazione della propria libertà
    sostenuta dalla mentalità e dai vari messaggi mediatici;
  •  La presenza sempre più frequente di forme patologiche come l’anoressia, la bulimia, la depressione;
  •  La presenza di figli omosessuali;
  •  La presenza di anziani e malati o figli con handicap;
  •  L’integrazione degli stranieri e delle straniere che interagiscono nella vita familiare;
  •  I e le “single”, non sempre per scelta ma molte volte per circostanze;
  •  Le vedove. 

Sono tutti problemi correnti che si riscontrano nelle famiglie per lo più abituali, formate da persone battezzate.

Questo ci provoca alcuni interrogativi:

  • – Perché la Chiesa non si pronuncia mai ufficialmente, denunciandola, ad alta voce, sulla violenza alle donne, chiamando
    per nome lo stupro?
  • – Perché sembra che dalla Chiesa ufficiale l’attenzione sia data preferibilmente agli uomini?

  • Perché nella dimensione dell’ascolto mancano gli spazi concreti perché
    questi problemi si dicano e si affrontino,
    ad esempio nella preparazione delle omelie, nelle omelie stesse, nei
    documenti ufficiali e nella preparazione dei sussidi per la catechesi?
  • – Perché molto spesso il messaggio di Gesù viene oscurato dalle precisazioni del Codice di Diritto Canonico?
  • – Perché non si dà effettivamente ascolto e credito ai laici nella Chiesa, come tramite di conoscenza e di esperienze
    familiari dirette e indirette?

 

L’ascolto
vero non è questione di censimenti, ma è capillare fatto di prossimità
effettiva, di comprensione e di attenzione, di accoglienza,
prima che di giudizio e di affermazione di principi.

La
gente sente la Chiesa distante, lontana dai propri problemi, non tanto
perché si preoccupa sempre di affermare principi
e di raddrizzare eventuali devianze dall’ortodossia (è anche il suo
compito) quanto perché non la sente parlare il suo linguaggio e si
sente giudicata, anche nell’atteggiamento stesso di chi afferma di
porsi
con cuore misericordioso (Gesù non fa mai sentire l’altro peccatore, ma
prima lo abbraccia e poi caso mai gli dice di non peccare più).

A
noi sembra che si tratti di un clima di vere relazioni da stabilire,
dove tutti insieme – clero e laici/che – progettino
degli itinerari educativi – a partire dal piccolo – elastici e
correlati ai problemi e alle esigenze che si riscontrano nelle varie
realtà, parrocchiali e non, per la formazione comunitaria di credenti
adulti (anche
i preti ne hanno bisogno), per promuovere la presa di coscienza
dell’identità di genere, per accompagnare il passaggio
dall’innamoramento all’amore e studiare i percorsi di coppia, per
sostenere i vari componenti
la famiglia nella gestione e nelle fasi dei cambiamenti. Si tratta di
tempo, ma se il popolo di Dio si pone davvero in ascolto della Parola
del Signore e delle parole di noi uomini e donne, si attuerà quella
conversione
dei cuori, l’unica che può rendere vibrante di senso e di gioia la
vita.

 

  GRUPPO PROMOZIONE DONNA

 Gennaio 2007

 

 GRUPPO PROMOZIONE DONNA
20122 MILANO via S. Antonio,5

gpdmilano@virgilio.it

 


 

Carissimo Padre,

 
ci permettiamo di inviarLe alcune riflessioni che abbiamo fatto dopo
aver letto e studiato la Lettera Pastorale che ci accompagnerà durante
tutto l’anno.

Vogliamo portare il nostro contributo da donne che vivono la vita della comunità cristiana della Diocesi di Milano.

Desideriamo, pur comprendendo tutti i suoi impegni, se lo riterrà opportuno, di parlarLe e confrontarci sul cammino fatto.

 

Le auguriamo ogni bene e la salutiamo.

 

  Gruppo Promozione Donna

  Luigia Pagani

 

 

 

 

 

 

 

 

8 gennaio 2007