Appello a proposito della “preghiera per gli ebrei”

Con il motu proprio Summorum Pontificum del 7 luglio 2007, Papa Benedetto XVI modifica la preghiera per gli ebrei del Venerdì Santo contenuta nel Missale Romanum anteriore al Concilio Vaticano II, sostituendo il riferimento al «popolo accecato [che deve essere] strappato dalle tenebre» con una preghiera per la conversione degli ebrei al cristianesimo.

 
Il provvedimento contraddice palesemente il magistero precedente in
particolare a quanto affermato nei testi conciliari Dignitatis humanae,
sulla libertà religiosa, e Nostra aetate, sul rapporto fra la Chiesa
cattolica e le altre religioni, in cui si afferma che «gli ebrei, in
grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui
vocazione sono senza pentimento. […] gli ebrei non devono essere
presentati come rigettati da Dio, né come maledetti, quasi che ciò
scaturisse dalla sacra Scrittura» (Nostra aetate, 4).
 
Il provvedimento si contrappone anche gli Orientamenti e suggerimenti
per l’applicazione della dichiarazione conciliare Nostra aetate, 4
(1975), che al punto I afferma: «Condizione del dialogo è il rispetto
dell’altro, così come esso è, e soprattutto il rispetto della sua fede
e delle sue convinzioni religiose. […] La Chiesa, per la sua stessa
natura, deve annunciare Gesù Cristo al mondo. Per evitare che questa
testimonianza resa a Gesù Cristo appaia agli ebrei come una violenza, i
cattolici dovranno aver cura di vivere e di annunciare la loro fede nel
più rigoroso rispetto della libertà religiosa».
 
NB: Chi desiderasse aderire, può comunicarlo al seguente indirizzo e-mail:
elenalea@alice.it