A Sua Em.za il Card. Angelo Bagnasco
Presidente della Conferenza
Episcopale Italiana
ed ai Vescovi e ai partecipanti
italiani al Sinodo sulla Parola di Dio
Saluto dei Biblisti Italiani
Riuniti nella 40a
Settimana Biblica Nazionale e nel 60° di fondazione dell’Associazione Biblica
Italiana, desideriamo indirizzare al Cardinale Presidente della CEI e ai
partecipanti della Chiesa italiana alla XII assemblea ordinaria del Sinodo dei
Vescovi su “La parola di Dio nella vita della chiesa”, un saluto e insieme un
grato riconoscimento a papa Benedetto XVI per avere scelto questo tema che sta
cuore a chi si dedica nello studio della Bibbia e nella diffusione della Parola
di Dio.
Siamo consapevoli del cammino fatto
nella Chiesa italiana per promuovere il rinnovamento biblico scaturito dal
Concilio Vaticano II e in particolare dalla Costituzione Dei Verbum,
alla quale hanno dato il loro contributo i membri della nostra Associazione,
alcuni chiamati anche a servire la Chiesa di Dio nel ministero episcopale.
Questo cammino ha dato frutti abbondanti sia nella formazione teologica sia
nella pastorale.
Nell’ambito della ricerca
scientifica i Biblisti italiani hanno preparato sussidi e strumenti per lo
studio e la lettura della Bibbia; presso varie case editrici sono nate e si
sono sviluppate collane di studi biblici e di commentari scientifici ad
entrambi i Testamenti; l’ABI ha cercato di sostenere la formazione permanente
dei docenti di sacra Scrittura con incontri, convegni e settimane bibliche.
Ultimo prezioso frutto di questo impegno è la revisione della traduzione
italiana della Bibbia CEI.
Fin dalla sua nascita l’ABI promuove
corsi di formazione biblica per il clero, i religiosi e le religiose ed i
laici. L’ABI rappresenta la CEI presso la Federazione Biblica Cattolica; da più
di un quindicennio ha una relazione stabile e feconda con l’Ufficio
Catechistico Nazionale della CEI nel Settore dell’Apostolato Biblico.
L’Associazione Biblica Italiana e i suoi singoli membri promuovono e animano incontri di studio e di
preghiera per favorire il dialogo ecumenico con i cristiani di altre
confessioni presenti in Italia. La Bibbia infatti è per eccellenza uno dei ‘cantieri’ dell’ecumenismo.
La 40a Settimana Biblica
Nazionale, che si svolge a un mese circa dall’inizio del Sinodo sul tema:
“Processo esegetico ed ermeneutica credente: una polarità intrinseca alla
Bibbia”, intende dare un contributo al dibattito immediatamente preparatorio al
Sinodo, indagando la complessa relazione che intercorre tra il lavoro esegetico
e l’ermeneutica che nasce dalla fede.
La polarità “Processo esegetico ed
ermeneutica credente” non va intesa come una contrapposizione di due fronti.
L’esegesi delle Scritture, rigorosamente storica e letteraria, si realizza
spesso all’interno di un orizzonte di fede che implica una comprensione
ecclesiale della Bibbia e dei suoi testi, sia nel presente sia nella storia
passata. In maniera complementare, l’ermeneutica credente si esercita molto
spesso impiegando metodologie che sono applicate con sistematicità ed esplicita
riflessione critica. Tuttavia nei due ambiti non è raro incontrare posizioni
contrapposte, che si sono acutizzate negli ultimi anni.
In forza del nostro servizio per la
conoscenza e la diffusione della parola di Dio desideriamo consegnare ai
rappresentanti della Chiesa italiana al Sinodo alcune riflessioni.
In primo luogo ci sembra importante richiamare l’attenzione
sul rapporto tra esegesi scientifica e riflessione credente. Il termine
“esegesi” allude ad un insieme di tecniche teorizzate, sperimentate e
codificate, utilizzato per una lettura “scientifica” delle sacre Scritture,
considerate anche come corpus di testi ispirati e autorevoli. Tale lettura si
propone all’intelligenza di ogni persona, a prescindere dalla sua decisione di
fede. La varietà e la ricchezza dei metodi, progressivamente affinati, permette
di avere prospettive sempre nuove nella lettura dei testi biblici. Gli
approfondimenti che ne derivano, si sedimentano all’interno della teologia e
della cultura. Alcuni risultati costituiscono veri e propri “punti di non
ritorno”. Tuttavia il lavoro esegetico, diversamente valutato nelle differenti
culture, avviene in un contesto in cui è presente anche un’interpretazione
delle Scritture guidata e alimentata dall’esperienza di fede. La riflessione
credente si muove all’interno della storia e trae impulso dalla pluralità delle
culture. L’ermeneutica credente interroga i testi biblici per nutrire
l’esistenza e la fede. Li interpreta sulla base del presupposto che essi hanno
un contenuto dottrinale assoluto e permanente («per la nostra salvezza», DV
11-12) che deve essere tuttavia attualizzato nel processo della viva tradizione
della fede e a partire dalla vita delle comunità cristiane e di ogni credente.
Il nesso tra “esegesi scientifica e
riflessione credente” si fonda sul dato innegabile che i due poli non si possono
separare in fronti contrapposti. Nelle situazioni concrete le due polarità,
teoricamente distinte, tendono a identificarsi grazie all’interazione e
coincidenza d’interessi, che non escludono possibili conflitti e
incomprensioni. L’esegesi dei testi biblici, anche se cerca la sua verità
nell’applicazione rigorosa dei metodi scientifici, esige che lo studioso
riconosca le istanze e i contenuti della fede inscritta nei testi stessi, già
interpretati nel corso della storia. L’ermeneutica credente a sua volta esige
una coerenza formale compiuta e, soprattutto, una severa verifica razionale non
inferiore a quella dell’esegesi critica.
In secondo luogo, è opportuno rilevare che in
Italia, in mezzo a tanti segnali di vivo interesse per la Parola di Dio, vi è
ancora tanto lavoro da svolgere sia per quanto riguarda la formazione biblica
di base, sia perché la sacra Scrittura
diventi “l’anima” della vita ecclesiale secondo l’indicazione sempre valida del
capitolo VI della Dei Verbum. Per la pastorale biblica della Chiesa che
è in Italia, vogliamo sottolineare, in forma di domanda, alcuni aspetti dell’Instrumentum
Laboris del Sinodo.
· Nella
comunicazione della fede (catechesi, formazione, educazione, testimonianza)
come la Bibbia può svolgere il ruolo di “libro della fede”?
· Come
favorire in coloro che sono chiamati a operare concretamente nella catechesi,
la dimensione e la prospettiva “biblica” del messaggio che annunciano?
· Come
far nascere e crescere nel popolo cristiano una competenza esegetica ed ermeneutica
che diventa stile di vita illuminato dalla Parola di Dio?
· Come
far diventare l’omelia, che nel contesto liturgia della parola è per molti
fedeli l’unico momento di incontro con la Parola di Dio, sempre più
biblicamente fondata e orientata?
· Come
coniugare in maniera reale ed efficace l’attualizzazione delle Scritture con
l’esegesi biblica, superando la dicotomia che si rileva nella pastorale? Quale
contributo va richiesto ai formatori ed ai docenti delle discipline bibliche?
· Come
passare dalla spiritualità dell’ascolto, che si fonda sulla Parola di Dio, allo
scambio fecondo tra preghiera e azione, tra la conoscenza del testo e la vita,
in un percorso attuale di fede?
· Come
la Parola di Dio può divenire luogo di incontro tra i cristiani di diversa
confessione e tra i cristiani e il popolo ebraico?
· Come
può la Scrittura, in quanto parola di Dio in parola di uomini, diventare luogo
di incontro e di dialogo con il mondo della cultura, e in particolare con i non
credenti?
Siamo fiduciosi che queste nostre
riflessioni e proposte troveranno nei rappresentanti della Chiesa italiana al
Sinodo un’attenta considerazione in vista della loro attiva partecipazione a
questo importante evento ecclesiale. Vi assicuriamo la nostra preghiera perché
«la Parola del Signore si diffonda e sia glorificata», mentre vi porgiamo il
nostro più cordiale augurio e saluto.
Il Consiglio di Presidenza dell’ABI
con i Biblisti presenti alla 40a
Settimana Biblica Nazionale
Roma, 09 settembre 2008