Recensione a E. Bosetti, Donne e Bibbia

E. BOSETTI, Donne della Bibbia. Bellezza intrighi fede passione …, Cittadella Editrice, 2009, pp. 176, euro 12,00.

Non è certo la prima volta che viene esaminata la presenza delle donne nella storia della Salvezza. Ciò che qui cambia
è la motivazione e l’angolo di visuale. E’ un percorso esperienziale quello compiuto da suor Elena Bosetti – trentina della Congregazione di Gesù Buon Pastore, docente di Esegesi del Nuovo Testamento alla
Gregoriana – nella convinzione che se “la Parola mette in cammino Abramo, non lascia certo sedute le donne”. E lo scrivere è tutto femminile (non femminista): un occhio che sa cogliere, dall’interno, tante sfumature
da donna a donna, dopo secoli di luoghi comuni, omissioni e dimenticanze, “eclissi di memoria”, come vengono definite nel testo.

E’
un linguaggio estremamente moderno, quasi giornalistico, quello usato
dall’autrice che narra la storia delle più conosciute
Eva,Sara, Rachele, Miriam, Rut e Noemi, Ester, Maria di Nazareth, Marta
e Maria, ma anche di quelle minori che la competenza esegetica coglie
tra le righe della Scrittura: Sifra, Pua e Rispa, Abigail, l’innamorata
del Cantico,
Maddalena e le donne al seguito insieme ai Dodici, la suocera di
Pietro, la Samaritana, le donne della passione e le donne della Chiesa
delle origini.

E
non è solo questione di linguaggio, ma anche i temi che emergono sono
di attualità, come la coraggiosa obiezione di
coscienza al femminile sulla vita con un valore profetico per quei
tempi, e ancora quell’intuito che non le rende mai complici della
crocifissione (la moglie di Pilato) e il coraggio del restare fino alla
fine perché
l’amore femminile supera la paura per la propria sorte. Donne, da
sempre presenti nella Scrittura, mai esaminate così in profondità.
Donne, ricorda sr. Elena, non solo “le uniche che seguono Gesù fin
sotto la croce … anche le prime testimoni e annunciatrici del Risorto”.
Ma c’è di più: non sono certo gli Evangelisti, ma Paolo – profeta
scomodo su questo versante e quindi subito dimenticato, ma riscoperto
nell’anno a lui dedicato – ad apprezzarle appieno in un misto di
fiducia e ringraziamento straordinario per quei tempi.

  (MT Pontara Pederiva)