Lettera aperta ai cattolici di D. Garrone

Lettera aperta ai cattolici italiani
 
Cari fratelli e care sorelle,
 
 
scrivendo queste righe  ho davanti agli occhi le centinaia di cristiani cattolici con cui negli ultimi decenni ho avuto la gioia di condividere il cammino ecumenico: laici impegnati, docenti universitari, sacerdoti, vescovi, religiosi e religiose,  teologi, giornalisti. Potrei rivolgermi ad ognuno di voi,  ma il mio intento non è di  sfidare qualcuno, ma di sollevare con franchezza un problema, a mio avviso drammatico. 

Con molti di voi ho più volte verificato come siate a disagio di fronte
alla piega presa dalla Curia e dai vertici della Chiesa cattolica
italiana, ad esempio riguardo al fine vita e al testamento biologico, 
alla reintroduzione della messa tridentina, alla riabilitazione dei
lefebvriani …  Eppure tacete. Veniamo a sapere che è stato avviato un
provvedimento disciplinare contro 41 sacerdoti e religiosi che hanno
espresso una posizione del tutto simile a quella espressa nel
“Testamento biologico cristiano” approntato dall’episcopato tedesco in
collaborazione con la “Chiesa evangelica in Germania” e già
sottoscritto da quasi 2 milioni di cristiani (dunque, presumibilmente
da circa 1 milione di cattolici), eppure tacete.  Vi viene urlato che
quello che è possibile ad un cattolico in Germania  in Italia è  non
solo vietato, ma anatemizzato, e che chi manifesta il suo dissenso
dev’essere rimesso in riga.  Viene così negato ogni pluralismo
all’interno della chiesa (quel pluralismo reale che è sotto gli occhi
di tutti, ma che alla fine non si manifesta)  e l’Italia viene sempre
più ridotta ad un orticello vaticano, certo anche grazie alla
interessata e solerte (e nel caso della sinistra, oltretutto totalmente
vana, perché nessuna “messa” le procurerà mai  nessuna “Parigi”)
acquiescenza della classe politica. Eppure tacete. Avete davanti agli
occhi uno strategico e massiccio processo di normalizzazione delle
aperture che il Concilio Vaticano II  al tempo stesso esprimeva ed
avviava, e che so essere un elemento centrale del vostro modo di vivere
il cristianesimo. Eppure tacete.
Vi scrivo perché non voglio concludere affrettatamente da protestante
che nella chiesa di Roma è giocoforza che avvenga così, visto che per
voi l’obbedienza alle gerarchie  – anche molto tormentata  – è,  se non
proprio una virtù, un dovere. Vi chiedo però di riflettere su un punto:
chi pretende di vincolare le vostre coscienze esercita un potere di
cui  Dio non fa uso. Di più: nella fede Dio ci costituisce come
soggetti liberi e responsabili, solo nei suoi confronti e nei riguardi
del prossimo.
La maggior parte di voi sono personalità pubbliche, anche con incarichi
importanti: una vostra parola chiara (ad es. un appello per la
sottoscrizione di una versione italiana del “testamento biologico
cristiano” della Germania; oppure  la rivendicazione della liceità
delle posizioni espresse dai 41) farebbe del bene alla vostra chiesa, 
che amate, alla cultura italiana, a cui contribuite,  e ne sono certo, 
anche a voi, che vorreste un’altra parola cristiana alla città e ai
credenti.  Vi prego, alzate la vostra voce. La vostra fede ve ne dà il
diritto. Non vi fate conculcare  dagli uomini la libertà che Dio vi ha
donato.  Pensate al vostro battesimo come suggello di questa libertà.
 
Fraternamente
 
Daniele Garrone