Sapete
tutte/i che la preparazione del 2 Convegno nazionale del CTI (Roma,
12-13 novembre) è cominciata e ci coinvolge tutte. Ci tengo allora a
rilanciare
la richiesta che ci ha fatto Agnese Fortuna. In fondo (come saggiamente
chiosa
Cristina Simonelli), sei parole non si possono negare a nessuno, no? E
poi,
senza la vostra creatività … come facciamo???
Il
tema del convegno è “Lingua madre, lingue figlie” e riprende la
discussione
fatta in assemblea sul modo in cui per noi donne acquisire la “lingua
della
teologia” non ha significato né rinnegare né dimenticare le lingue
della vita,
non solo di quella biografica. Abbiamo dovuto-saputo mettere insieme
diverse
competenze professionali, vivere i tempi della cura, praticare
politiche della
vita, ragionare su Dio e sulla vita “fuori del palazzo”. Insomma: molto
ci
siamo dette, molto abbiamo ancora da dirci e, soprattutto, da dire …
Per
questo, il convegno!
Il
contributo che Agnese intende portare alla nostra riflessione teologica
passa
attraverso l’espressione artistica. Vorrebbe, però – e non a caso! –
che anch’esso
partisse dalla vita, e dalla nostra vita. Per questo, in accordo con il
consiglio di presidenza, ci chiede “di inviarmi una serie di parole (da
uno a
sei) scelte tra quelle particolarmente significative o ricorrenti del
vostro
vissuto, senza preoccupazione di
nessi”.
Parole che vengono dalla “ “lingua "affettiva" propria del nostro
quotidiano e i linguaggi specifici dei vari contesti specialistici in
cui ci
troviamo a operare”.
Aspettiamo dunque il
vostro contributo … subito: