A tutte/i le amiche e gli amici de “Il Vangelo che abbiamo ricevuto”:
Verso il terzo incontro, a Napoli, 17-19 settembre 2010, per riflettere assieme sulle parole di Dietrich Bonhoeffer: “Pregare e fare ciò che è giusto fra gli uomini”.
(…)un invito alla creazione di un movimento o alla contestazione o
chissà a che altro, come una Chiesa alternativa, ma la volontà che la
libertà dei figli di Dio, il confronto sine ira, la comunione e lo
scambio non si spengano. Per questo invitiamo quanti condividono questa
sofferenza, ma al tempo stesso la speranza del Regno e la volontà di
una Chiesa umile e vicina agli uomini, ad un incontro, per confermarci
a vicenda nella fede.”
Due cose ci sembrano prioritarie in
questo momento della vita della Chiesa in Italia. La prima è la
doverosa costatazione che la Chiesa che vuole vivere del primato del
vangelo, fedele al Concilio, esiste e si esprime in forme innumerevoli:
in tanti gruppi, in tante parrocchie, spesso anche se non sempre
attorno a un prete che assolve al suo compito primario che è quello di
riconoscere i carismi dello Spirito per farli vivere nella comunione
del corpo di Cristo, secondo lo statuto del popolo di Dio pellegrinante
nella storia. Lo spirito vitale di questa Chiesa non si lascia
spegnere. Non è una Chiesa di “puri”, senza peccato. Non è una Chiesa a
parte dalla grande Chiesa una sancta catholica, ma dentro di essa,
grata ad essa come alla propria madre, sofferente per essa e assieme ad
essa, partecipe della sua santità e del suo peccato. Di questo dobbiamo
essere grati ogni giorno al Signore.
Ma la seconda cosa è che
questa Chiesa non ha oggi voce. Esiste un disagio sensibile, per quanto
coperto dal silenzio o sommerso dalle voci dominanti, e questo disagio
ha una ragione di fondo. Il regime di separatezza che vige nella
,Chiesa separando lei dal mondo, a cui pure è inviata, e dividendola al
suo interno tra chierici e laici, che pure sono accomunati da una
medesima vocazione battesimale. Lo scandalo della pedofilia ha fatto
emergere l’una e l’altra cosa in modo evidente. La dirigenza
ecclesiastica sembra ritenere – di fatto, se non anche di diritto (ma
spesso anche di diritto!) – di non dover rendere conto al mondo dei
suoi comportamenti, e solo davanti all’esplosione dello scandalo ha
ritenuto, ma con grande fatica, dopo un istintivo arroccamento e
diversi tentativi di minimizzazione, di correggere quest’atteggiamento.
Quasi che l’onore e la santità della Chiesa non consistesse,
evangelicamente, nel riconoscersi peccatrice e bisognosa di perdono, e
quasi che i reati commessi dal clero non dovessero essere giudicati dai
tribunali civili, come quelli di tutti gli uomini. Ciò che questo
scandalo ha messo in crisi è, in definitiva, come dice il padre
Radcliffe, tutta una “concezione del sacerdozio, con la sua distanza
dalla gente, il suo uso del potere, la sua concezione della morale come
controllo.” D’altra parte, ogni denuncia del peccato della Chiesa che
non si faccia carico del suo peso, è cristianamente spuria,
collocandosi in uno spazio astratto presuntivamente immune dalla colpa
ed esonerato dall’obbligo di conversione.
In questa situazione
noi proponiamo qualcosa di molto umile e forte al tempo stesso: la
creazione di uno spazio di comunione dove nessuno sia escluso, dove non
ci siano censure, dove ognuno possa alimentare la propria speranza ed
essere sostenuto nella fede, dove i conflitti non vengano messi a
tacere ma vissuti con la magnanimità di coloro che sanno che l’amore
del Padre abbraccia e “sostiene” tutti, perché Egli sia adorato nei
loro cuori.
Questo sono stati Firenze 1 e Firenze 2 e questo
vuole essere il prossimo incontro a Napoli. Il tema che abbiamo scelto
per l’incontro di Napoli è una famosa frase di Bonhoeffer, quasi sempre
non compresa nel senso preciso che ha avuto in quei famosi pensieri per
il battesimo del nipotino Dietrich Wilhelm Rüdiger Bethge, nel maggio
del 1944, alla vigilia del fallimento della congiura contro Hitler:
“Pregare e fare ciò che è giusto fra gli uomini”.
Lo svolgimento
dell’incontro, che si protrarrà dal venerdì 17 settembre prossimo, alla
mattinata della domenica successiva, presso la casa dei Gesuiti in via
S.Ignazio 51 a Napoli, comporterà tre momenti fondamentali:
a)
Uno sguardo, nel tardo pomeriggio e sera di Venerdì, alla congiuntura
che viviamo, in cui per un verso la strategia volta a stravolgere la
Costituzione sembra aprire scenari preoccupanti per la stessa
democrazia e per altro verso si assiste al “tradimento” del concilio.
Parliamo consapevolmente di “tradimento” e non di negazione, perché a
volte il concilio non viene negato, ma inconsapevolmente travisato
nelle sue intenzioni centrali.
b) Al secondo giorno, nella
mattinata di Sabato, il tempo sarà dedicato interamente alla
meditazione delle parole di Bonhoeffer e al loro significato per noi
oggi, con una sola relazione e una discussione plenaria.
Il
pomeriggio del Sabato due comunicazioni, una sul criterio evangelico
della giustizia e un’altra sul significato concreto di ciò che è giusto
fare fra gli uomini oggi in Italia, daranno l’avvio alla discussione,
dove cercheremo di dare spazio anche a qualche testimonianza, nello
stile già sperimentato a Firenze.
c) La domenica mattina ci sarà
infine una riflessione sul senso del “pregare” oggi nella Chiesa. La
celebrazione dell’eucaristia concluderà l’incontro.
Non siamo
ancora in grado di dare tutti i dettagli. La presente lettera vale
anche come invito per tutti a contribuire con ulteriori suggerimenti e
ad avviare il confronto comune sul sito www.statusecclesiae.net,
indirizzando i loro pensieri alla nostra segretaria Licinia Magrini
licinia.magrini@gmail.com.
Il gruppo dei promotori: Angelina
Alberigo, Maria Cristina Bartolomei, Simona Borello, Gianfranco
Bottoni, Mario Cantilena, Angelo Casati, Gion Gieli Derungs, Paolo
Giannoni, Luciano Guerzoni, Licinia Magrini, Giancarlo Martini,
Giovanni Nicolini, Enrico Peyretti, Ugo Gianni Rosenberg, Giuseppe
Ruggieri, Silvia Scatena.