Differenza di genere: una questione educativa

Differenza di genere: una questione educativa
via verità e vita Comunicare la fede n. 3/2010

Questa monografia di via verità e vita Comunicare la fede tratta un tema abbastanza particolare, su cui è opportuno richiamare l’attenzione dei gruppi ecclesiali, delle parrocchie, dei docenti e studenti degli Istituti Teologici. L’intento è quello di offrire orientamenti e prospettive per educare all’accoglienza del maschile e del femminile ed evitare di cadere in un’indistinta genericità e omologazione che elimina ogni diversità. Quello della «differenza di genere» è un argomento abbastanza dibattuto nella nostra società che ha risvolti interpretativi in antagonismo tra loro. Nell’ambito del femminismo radicale anglosassone si è giunti a negare la differenza biologica, per affermare la totale uguaglianza tra i sessi, e perfino ad ammettere una sorta di «nomadismo sessuale» (cambiamento di sesso a proprio piacimento). 

L’approfondimento della categoria di genere, in ordine a un
cammino fecondo, richiede di collegare modelli simbolici, pratiche di
identità e relazioni sociali in modo da scrutare i tanti volti del
nostro essere femmine e maschi (S. Morra). Gesù, da parte sua, si
relaziona con la persona nella sua dignità e diversità di genere
maschile e femminile in consonanza con il progetto di Dio che ci ha
creati a sua immagine come maschi e femmine (R. Fabris). Ed è proprio
l’evento creazionale a fondare e affermare l’uni-dualità della coppia
primigenia. La sfida, che si presenta, è quella di elaborare modelli
culturali che consentano a uomini e donne lo scambio mutuo di una
consapevolezza di identità, debitrice di reciprocità (C. Militello). In
tale prospettiva si richiede un’educazione – anche religiosa – che sia
aperta a un pensare «al maschile» e «al femminile», in vista di
percorsi di catechesi in cui sperimentare la ricchezza delle diverse
identità e dei differenti approcci alla realtà (F. Feliziani
Kannheiser). È quanto emerge dalla disamina della tradizione spirituale
cristiana, nel cui percorso si individua il dispiegarsi del rapporto
con il Signore in prospettiva di genere (C. Simonelli). Infine, si
evidenzia che, per maturare come persone più vere e costruire
aggregazioni umane più giuste, occorre riconoscersi nella propria
dignità di persone e saper abitare la relazione, favorendo il legame di
reciprocità (R. Vegetti).
Di rilievo sono le testimonianze di
Domenico Pezzini, animatore di gruppi di omosessuali credenti e di suor
Giancarla Barbon, catecheta: entrambi impegnati sul fronte di una
formazione rispettosa della diversità (A. Gaetani).