IL VATICANO CAMBIA TATTICA: “STRATEGIA DELLA RICONCILIAZIONE” CON LE SUORE USA SOTTO ISPEZIONE

35910. ROMA-ADISTA. La visita apostolica attualmente in corso presso le comunità delle religiose statunitensi (v. Adista nn. 35, 70, 86, 96, 102, 117 e 126/09; 10 e 46/10), avviata dal Vaticano nel gennaio 2009 per vagliarne la “qualità della vita”, ha provocato “profonda rabbia e amarezza”, e di questo Roma deve prendere atto, pensando ad una “strategia di riconciliazione”. Lo ha affermato, in un’intervista al settimanale cattolico Usa National Catholic Reporter rilasciata a John Allen a Roma (6/12), il neo-segretario della Congregazione vaticana per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, mons. Joseph Tobin. Le religiose, ha aggiunto, affrontando il controverso tema della trasparenza del processo in atto, devono avere la possibilità di conoscere gli esiti della visita e di replicare: è una questione “di giustizia e carità”, che “sosterrà con forza”. Tali esiti saranno consegnati in Vaticano da suor Mary Clare Millea, incaricata dello svolgimento della visita, nel corso del 2011, quando sarà conclusa l’attuale fase in corso, la terza, che prevede visite in loco a diverse congregazioni religiose.

Tobin ha affermato di aver incontrato suor Millea e di aver preso in
mano la questione delle religiose statunitensi, da quando, a settembre, è
stato nominato nel nuovo incarico. “Penso che la rabbia e l’amarezza
delle religiose non vadano ignorate”, ha spiegato. “Devono essere
affrontate, è un segno dei tempi”; “Penso che il mio ed altri dicasteri
debbano ascoltare l’esperienza delle religiose, e che le religiose
debbano ascoltare l’esperienza di pastori e di questo dicastero.
Dobbiamo cercare di riconciliare ciò che può essere riconciliato”.
Quanto al probabile esito della visita, Tobin si è mostrato abbastanza
ottimista, affermando che sarebbe sorpreso se, alla fine, vi fossero
misure punitive o “eccessivamente prescrittive”: “Se i visitatori, in
dialogo con le religiose, hanno identificato alcuni temi specifici che
devono essere affrontati, va bene. Ma obbligare le persone a indossare
l’abito o cose del genere? Non è di questo che si tratta”. Nessun
“terremoto” in vista, dunque, nella vita delle comunità religiose
femminili statunitensi, cosa che sarebbe “davvero irrispettosa di ciò
che le religiose in America hanno realizzato”. Nel caso fosse rilevato
un problema all’interno di una comunità, garantisce il vescovo, questa
avrebbe la possibilità di replicare: “Dobbiamo anche essere umili e
riconoscere che a volte si ha un’impressione errata”.
Sulla parallela visita apostolica della Leadership Conference of Women
Religious (Lcwr, l’organismo che raccoglie le superiore della quasi
totalità delle congregazioni femminili Usa, v. Adista n. 43/09), portata
avanti dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, Tobin non si
espone: “Non vi è stata alcuna comunicazione con me per questa visita,
so solo quello che ho letto”.
Sull’intervista a Tobin è intervenuta con toni molto polemici, l’8
dicembre sul Ncr, Phillis Zagano, esperta di cattolicesimo, autrice del
libro di prossima pubblicazione Women and Catholicism e docente presso
la Hofstra University. Sembra che il Vaticano, osserva, abbia avuto
paura del caos generato dall’“inquisizione” delle suore americane, e che
Tobin sia stato chiamato appositamente per placare gli animi. “Una
strategia? Ora le autorità ecclesiastiche usano le parole usate dai
venditori e dai militari?”, si chiede, a proposito dell’espressione
“strategia di riconciliazione” utilizzata da Tobin nell’intervista. “Il
mondo sta cominciando a vedere due Chiese cattoliche: una per i vescovi e
i preti e una per noialtri. Quella per il clero raccoglie fondi e
controlla i sacramenti. L’altra guarda alle religiose che nutrono gli
affamati, vestono gli ignudi, visitano i malati, danno rifugio ai
senzatetto, visitano i detenuti e seppelliscono i morti”. Ora si parla
di una “strategia di riconciliazione”, apparentemente tra la Chiesa
degli uomini e quella delle donne, afferma la Zagano. Sì, una
riconciliazione è necessaria, ma “una strategia è un progetto, un
metodo, una serie di manovre per ottenere un risultato specifico”. E
qual è l’obiettivo? “Non è troppo cinico rispondere: il denaro”, afferma
aspramente la saggista cattolica. “La Chiesa Usa potenzialmente versa
milioni al Vaticano, ma i cattolici americani sono arrabbiati. Le
religiose controllano ampie proprietà e in molti casi grandi somme di
denaro”. Questa, dunque, sarebbe la strategia vaticana: “Riconciliarsi
con le suore e placare i cattolici statunitensi”? Certo: “Guadagnare
fiducia. Prendere i soldi.  Scappare”. (ludovica eugenio)
 
da: Adista Notizie n. 97 del 18/12/2010
35910. ROMA-ADISTA. La visita apostolica attualmente in corso presso le
comunità delle religiose statunitensi (v. Adista nn. 35, 70, 86, 96,
102, 117 e 126/09; 10 e 46/10), avviata dal Vaticano nel gennaio 2009
per vagliarne la “qualità della vita”, ha provocato “profonda rabbia e
amarezza”, e di questo Roma deve prendere atto, pensando ad una
“strategia di riconciliazione”. Lo ha affermato, in un’intervista al
settimanale cattolico Usa National Catholic Reporter rilasciata a John
Allen a Roma (6/12), il neo-segretario della Congregazione vaticana per
gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, mons.
Joseph Tobin. Le religiose, ha aggiunto, affrontando il controverso tema
della trasparenza del processo in atto, devono avere la possibilità di
conoscere gli esiti della visita e di replicare: è una questione “di
giustizia e carità”, che “sosterrà con forza”. Tali esiti saranno
consegnati in Vaticano da suor Mary Clare Millea, incaricata dello
svolgimento della visita, nel corso del 2011, quando sarà conclusa
l’attuale fase in corso, la terza, che prevede visite in loco a diverse
congregazioni religiose.
Tobin ha affermato di aver incontrato suor Millea e di aver preso in
mano la questione delle religiose statunitensi, da quando, a settembre, è
stato nominato nel nuovo incarico. “Penso che la rabbia e l’amarezza
delle religiose non vadano ignorate”, ha spiegato. “Devono essere
affrontate, è un segno dei tempi”; “Penso che il mio ed altri dicasteri
debbano ascoltare l’esperienza delle religiose, e che le religiose
debbano ascoltare l’esperienza di pastori e di questo dicastero.
Dobbiamo cercare di riconciliare ciò che può essere riconciliato”.
Quanto al probabile esito della visita, Tobin si è mostrato abbastanza
ottimista, affermando che sarebbe sorpreso se, alla fine, vi fossero
misure punitive o “eccessivamente prescrittive”: “Se i visitatori, in
dialogo con le religiose, hanno identificato alcuni temi specifici che
devono essere affrontati, va bene. Ma obbligare le persone a indossare
l’abito o cose del genere? Non è di questo che si tratta”. Nessun
“terremoto” in vista, dunque, nella vita delle comunità religiose
femminili statunitensi, cosa che sarebbe “davvero irrispettosa di ciò
che le religiose in America hanno realizzato”. Nel caso fosse rilevato
un problema all’interno di una comunità, garantisce il vescovo, questa
avrebbe la possibilità di replicare: “Dobbiamo anche essere umili e
riconoscere che a volte si ha un’impressione errata”.
Sulla parallela visita apostolica della Leadership Conference of Women
Religious (Lcwr, l’organismo che raccoglie le superiore della quasi
totalità delle congregazioni femminili Usa, v. Adista n. 43/09), portata
avanti dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, Tobin non si
espone: “Non vi è stata alcuna comunicazione con me per questa visita,
so solo quello che ho letto”.
Sull’intervista a Tobin è intervenuta con toni molto polemici, l’8
dicembre sul Ncr, Phillis Zagano, esperta di cattolicesimo, autrice del
libro di prossima pubblicazione Women and Catholicism e docente presso
la Hofstra University. Sembra che il Vaticano, osserva, abbia avuto
paura del caos generato dall’“inquisizione” delle suore americane, e che
Tobin sia stato chiamato appositamente per placare gli animi. “Una
strategia? Ora le autorità ecclesiastiche usano le parole usate dai
venditori e dai militari?”, si chiede, a proposito dell’espressione
“strategia di riconciliazione” utilizzata da Tobin nell’intervista. “Il
mondo sta cominciando a vedere due Chiese cattoliche: una per i vescovi e
i preti e una per noialtri. Quella per il clero raccoglie fondi e
controlla i sacramenti. L’altra guarda alle religiose che nutrono gli
affamati, vestono gli ignudi, visitano i malati, danno rifugio ai
senzatetto, visitano i detenuti e seppelliscono i morti”. Ora si parla
di una “strategia di riconciliazione”, apparentemente tra la Chiesa
degli uomini e quella delle donne, afferma la Zagano. Sì, una
riconciliazione è necessaria, ma “una strategia è un progetto, un
metodo, una serie di manovre per ottenere un risultato specifico”. E
qual è l’obiettivo? “Non è troppo cinico rispondere: il denaro”, afferma
aspramente la saggista cattolica. “La Chiesa Usa potenzialmente versa
milioni al Vaticano, ma i cattolici americani sono arrabbiati. Le
religiose controllano ampie proprietà e in molti casi grandi somme di
denaro”. Questa, dunque, sarebbe la strategia vaticana: “Riconciliarsi
con le suore e placare i cattolici statunitensi”? Certo: “Guadagnare
fiducia. Prendere i soldi.  Scappare”. (ludovica eugenio)
 
da: Adista Notizie n. 97 del 18/12/2010