Raccontare ai ventenni di oggi che cosa fu il Vaticano II è una sfida impegnativa. Ma a Lione ci stanno provando «facendo vedere» che cos’è la Chiesa.
Prima di leggere questo post guardatevi questo video, pubblicato ieri su YouTube dall’arcidiocesi di Lione. Le scritte sono ovviamente in francese, ma non sono poi così difficli da comprendere. L’argomento sono i 50 anni dal Concilio Vaticano II, che ci apprestiamo a celebrare l’11 ottobre. Qui non si parla di ermeneutiche, né (tantomeno) si versano lacrime nostalgiche con il fazzoletto in mano. Guardatelo, poi ne riparliamo.
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Leggendo il racconto di Aldo Maria Valli sull’assemblea tenuta all’istituto Massimo – qualche giorno fa – ha colpito molto anche me l’annotazione sull’assenza di giovani. E ho trovato molto interessante anche la riflessione di Gilberto Borghi di qualche giorno prima, che mostrava a partire da alcune pagine dei documenti del Concilio come – in un contesto mutato – anche alcune parole del Vaticano II oggi appaiano comunque datate. Sono convinto anch’io che – alla vigilia di questo cinquantesimo – quello di come raccontare ai ventenni di oggi che cosa è stato quell’evento e perché dovrebbe avere qualcosa a che fare con la loro vita, sia un signor tema. E resto un po’ perplesso di fronte a chi si illude di affrontarlo con un semplice amarcord o con qualche sospiro con cui rimpiangere i vecchi tempi.
Proprio per questo, ieri, quando ho visto questo video, sono rimasto piacevolmente sorpreso. Non tanto per la sua forma simpatica, che anziché proporre il solito fervorino almeno ammicca, tentando di parlare il linguaggio dei ragazzi di oggi. No, questo è ancora il meno. Sono rimasto piacevolmente sorpreso nello scoprire qual è l’evento diocesano che questo video serve a promuovere.
Lo sapete che cosa fa l’arcidiocesi di Lione per celebrare i 50 anni del Concilio? Domenica 14 ottobre si riunisce per una giornata di festa alla Fiera di Lione. Ed è un appuntamento che il cardinale Barbarin, l’arcivescovo, ha convocato con una lettera già un anno fa. In queste settimane lo stanno preparando con una “Maratona della Parola”, scandita dalla riflessione sulle Beatitudini. Poi arriverà la giornata di domenica 14 che comincerà con una mattinata con al centro la ricchezza dei diversi volti del popolo di Dio. Lì ci sarà spazio, sì, per le conferenze sul Concilio (tra i relatori Enzo Bianchi, frère Emile di Taizé, Jean Vanier), ma anche per spettacoli a tema religioso (compresi i clown) e per una conteplazione artistica delle Betaitudini attraverso un quadro del pittore Arcabas. Tutto questo – però – solo alla mattina. Perché dalle 14, dopo il “pic nic” diocesano, tutto convergerà verso la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo. Una liturgia a cui sono stati invitati in maniera particolare quanti durante quest’anno hanno ricevuto il Battesimo e la Cresima. E durante la Messa il cardinale Barbarin presiederà le ordinazioni sacerdotali; sì, perché, l’arcivescovo quest’anno non ha voluto tenerle come al solito in giugno. No, era troppo importante che i nuovi preti lo diventassero lì, davanti a tutto il popolo di Dio, durante la festa diocesana del Concilio. E che per tutti quell’avvenimento si concludesse con un mandato missionario.
Una Chiesa locale riunita intorno al vescovo a partire dai sacramenti, in una comunione che sa valorizzare tutti i doni ed educa a vivere insieme nella gioia. Non vi ricorda qualcosa? Spero proprio di sì. Perché questa è la Chiesa così come la racconta la Lumen Gentium, la costituzione dogmatica del Vaticano II (quella di cui – ahimé – non si parla mai,impegnati come siamo ad azzuffarci su tutto il resto). Per farla breve, a Lione hanno capito una cosa importante: non basta parlare del Concilio, bisogna provare a farlo vedere. Almeno per un giorno loro potranno dire a tutti: guardate, questo è ciò che ci ha insegnato il Vaticano II sulla Chiesa.
Io sono convinto che il 14 ottobre alla Fiera di Lione i giovani ci saranno. E che – grazie a una diocesi capace di raccontare loro ciò che veramente è essenziale di un evento di cinquant’anni fa – anche loro potranno gustare di nuovo il Concilio in tutta la sua freschezza.
di Giorgio Bernardelli in “Vino nuovo” del 26 settembre 2012