Con l’avvento di Papa Francesco per le suore USA sotto indagine nessuna “rivoluzione”

37135. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. L’indagine sul massimo organismo di rappresentanza delle religiose statunitensi, la Leadership Conference of Women Religious, e il suo commissariamento da parte del Vaticano, deciso lo scorso anno dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (v. Adista Notizie nn. 16 e 23/12) sono stati riconfermati da papa Francesco. Nel corso di un incontro in Vaticano tra il prefetto mons. Gerhard Ludwig Müller e i vertici dell’organismo, avvenuto il 15 aprile, il primo ha affermato, secondo quanto si legge in un comunicato, di aver «discusso di recente» il tema con il papa, «che ha confermato i risultati della valutazione e il programma di riforma». Il colloquio hanno affermato per parte loro le religiose, è stato «franco e aperto»: «Preghiamo che queste conversazioni possano portare frutto per il bene della Chiesa».Nell’aprile 2012, la Congregazione vaticana aveva accusato l’Lcwr, dopo averla sottoposta a un’indagine di tre anni, di mantenere posizioni «incompatibili con la fede cattolica», e l’aveva collocata sotto il controllo dell’arcivescovo di Seattle, mons. Peter Sartain, incaricato di rivederne statuti e programmi.
Prima di riaffermare la critica dottrinale della Congregazione, Müller ha espresso «gratitudine per il grande contributo delle religiose nella Chiesa degli Stati Uniti», sottolineando che il Concilio Vaticano II ha promosso «una visione di comunione ecclesiale fondata sulla fede in Cristo e sugli insegnamenti della Chiesa così come sono stati trasmessi nel tempo sotto la guida del Magistero». E poiché un organismo come l’Lcwr ha lo scopo di promuovere gli sforzi comuni tra gli istituti che ne fanno parte così come la cooperazione con la Conferenza episcopale locale e i singoli vescovi, esso «è costituito e deve restare sotto la direzione della Santa Sede».
Se, dunque, appare riconfermata la linea dura, c’è anche da sottolineare, tuttavia, che la recente nomina del francescano p. José Rodriguez Carballo come segretario della Congregazione per i religiosi può essere intesa come un orientamento a cercare un approccio più collaborativo con le religiose.

Le reazioni
In seguito all’incontro di lunedì 15, diverse sono state le reazioni da parte delle religiose coinvolte. Può essere troppo presto per capire che cosa questa mossa significherà per le 57mila suore rappresentate dall’Lcwr, hanno detto alcune religiose che in passato sono state alla guida dell’organismo. «L’Lcwr ha investito un enorme quantità di energie negli incontri e nella preparazione del materiale» in vista degli incontri in Vaticano, ha detto suor Helen Marie Burns, presidente dell’Lcwr dall’1988 al 1990. «La domanda è: quanto è vantaggioso continuare a usare quest’energia per la Chiesa e per l’Lcwr?». Il comunicato di lunedì, ha affermato, ha rinnovato i sentimenti di «frustrazione e rabbia» provati l’anno scorso, con la formulazione di accuse «infondate». La sensazione è di una certa stanchezza che comincia a serpeggiare: «Non è cambiato nulla», ha affermato Margaret Thompson, docente di storia e di studi femminili alla Syracuse University di New York. «Alcune di noi speravano che papa Francesco sarebbe stato molto, molto diverso da papa Benedetto».
Molto delusa dagli ultimi sviluppi si dice suor Mary Ann Hinsdale, teologa al Boston College: «Tutti quei bei gesti, come la decisione di lavare i piedi alle donne il giovedì santo e di indossare paramenti liturgici più semplici non esprimono necessariamente il suo pensiero teologico o come la pensa sulle religiose nordamericane». Più ottimista suor Patricia McDermott, presidente dell’Istituto delle Suore della Misericordia delle Americhe, uno dei più grandi congregazioni religiose dell’emisfero occidentale, con 4mila suore solo negli Stati Uniti. In una mail al settimanale cattolico National Catholic Reporter, afferma che «ciò che è stato reso pubblico è solo una parte della conversazione avvenuta, e se è doloroso ascoltare il comunicato, continuiamo però a sperare in una maggiore comprensione delle reciproche prospettive riguardanti la vita religiosa così come la viviamo oggi negli Stati Uniti».
Diverse religiose hanno rilevato che il comunicato del Vaticano parla del colloquio del papa con Müller, ma non fa parola di alcuna comunicazione diretta tra il gruppo sotto osservazione e il papa. «Spererei che il papa in realtà parlasse direttamente con i vertici dell’Lcwr», ha affermato suor Nancy Sylvester, alla guida del gruppo dal 1998 al 2000.
In definitiva, che tipo di dialogo è possibile tra le religiose e i vescovi adesso? Se lo chiede suor Burns, esprimendo il dubbio di trovarsi in una impasse nel processo di dialogo: «Il dialogo da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede è aperto al cambiamento? Sembra proprio di no». (ludovica eugenio)

da: Adista Notizie n. 16 del 27/04/2013