di Cristina Simonelli
Un po’ augurio un po’ foglio di lavoro: questo breve editoriale vuol essere solo questo, passando per un gustoso racconto di una scrittrice bengalese (Rokeya Sakhawat Hossain, Il sogno di Sultana.) di inizio ‘900, sulle note del quale si svolgerà un bel progetto “CTI”, una prospettiva ecumenica ed ecofemminista che si porrà in dialogo con Expo 2015. Il racconto parla di una donna orientale rassegnata al regime di segregazione: le appare un’amica che la spinge a immaginare un’organizzazione diversa, appunto a non essere come rana dentro un pozzo, per la quale tutto il mondo è quel camino di terra. Pensarsi fuori, è un’altra cosa, inedita e abitabile. L’augurio per il 2015 è perciò che si liberi l’immaginario, si attivino pratiche buone e luoghi abitabili: magari attraverso amiche e anche attraverso una rete amica, come il nostro sito e la newsletter, che connette tante persone e tanti amici. Il Natale non ha invece bisogno di questo augurio: accoglierlo è già liberare l’immaginario, ricevere l’inedito, sperimentare la speranza.
Quanto al lavoro che ci attende, in primo luogo segnalo il Seminario annuale che si svolgerà a Roma il 23 maggio: il suo titolo è Mondi d’Europa: donne, chiese, trasformazioni e saranno con noi Elisabeth Parmentier e Hervé Légrand. Il giorno seguente, 24 maggio, si terrà l’Assemblea dell’associazione: metteremo presto i dettagli sul sito, ma è utile penso avere fin da ora salvare la data.
Il CTI inoltre parteciperà a molti lavori comuni: in primo luogo il quadriennio CATI che si avvia e di cui si possono trovare le informazioni anche dal link attivato sul nostro sito. Ma certo non mancheremo di essere presenti, nei modi che ci sono propri e che saranno possibili, al Convegno Ecclesiale Nazionale: il sito www. firenze2015.it si offre come interfaccia per un processo sinodale, il cui esito può non essere scontato, così come speriamo non lo sia quello del Sinodo di ottobre. La speranza che non ci abbandona può diventare fantasia pratica: fuori dal pozzo, in ogni caso.