Relazione quadriennio 2013-2017 | Assemblea CTI, 7 Maggio 2017

Questo momento, dopo il Convegno La Bibbia e le Donne a partire dalla Riforma: 500 anni di cambiamenti, importante per l’argomento ma anche per le molteplici collaborazioni (prima fra tutte quella con la Facoltà Valdese), ci trova piuttosto euforiche: ancora una volta esprimo la soddisfazione per questo evento, un po’ denso ma di alto livello, e la gratitudine per chi vi ha lavorato, sia sul piano scientifico che su quello organizzativo [dunque in primo luogo Renata Bedendo, Letizia Tomassone, Adriana Valerio]. Siamo un po’ viziate, alla fine, e avere sempre “tutto” pronto ci abitua fin troppo bene! La gratitudine si estende evidentemente a tutte e tutti coloro che hanno partecipato, così numerosi e partecipi.

L’assemblea associativa di questo anno è anche elettiva: il mandato mio e di questo attuale consiglio, eletto nel 2013, giunge a termine e si riconsegna all’associazione tramite questa assemblea. Per questo motivo, come sapete dall’odg, il suo svolgimento è diverso dall’ordinario e prevede i seguenti momenti: prima di tutto ci aspetta l’accertamento delle presenze, la approvazione del verbale dello scorso anno e la verifica/accoglienza di eventuali deleghe. La mia relazione poi terrà conto sinteticamente di tutto il quadriennio e non solo dell’anno appena trascorso e la tesoriera Renata Bedendo presenterà il rendiconto finanziario 2016. Chiederò poi a ognuna del consiglio di esprimere le proprie possibilità/intenzioni rispetto all’incarico ricoperto e la stessa domanda viene rivolta poi a tutta l’assemblea.

Dopo la pausa M. Teresa Ricci, partecipante più anziana del cdp, presiede, secondo lo statuto, il momento propriamente elettivo. Infine Stella Morra, mentre avviene lo spoglio delle schede, conduce la parte di assemblea aperta al futuro, volta a discutere gli aspetti presentati in questa relazione e quant’altro si voglia proporre.

[presenze, verbale e deleghe]

Come ci siamo dette quattro anni fa, all’inizio di questo mandato il CTI aveva alle spalle i suoi primi dieci anni che, come ben si esprimeva Marinella, si vedevano! Dando infatti voce e corpo a una realtà che esisteva ma faticava a trovare espressione e soprattutto espressione collettiva, l’associazione si è ben presto affermata in una maniera tale da dare l’impressione che quei dieci anni fossero in realtà molti di più. Il cdp attuale e le assemblee che lo hanno accompagnato hanno inteso portare avanti questo impianto, raccogliendo un’eredità vulcanica in una modalità forse meno creativa ma tenace.

Ricordo brevemente alcuni compiti istituzionali che si sono imposti subito: il cambio di legale rappresentante e la burocrazia che lo accompagna ci hanno fatto scoprire che dovevamo iscriverci al registro EAS (per le associazioni senza fine di lucro), che potevamo sanare la situazione (avrebbe altrimenti comportato una multa) e che questo chiedeva tuttavia una modifica dello statuto, perché tutte le iscritte devono avere pari diritti/doveri. Questa era una condizione che giungeva dall’esterno, ma andava tuttavia incontro anche a una serie di riflessioni che ci accompagnavano da anni: per questo motivo nel settembre 2013, con una assemblea straordinaria, abbiamo approvato la modifica dello statuto, per cui oggi manteniamo la distinzione fra socie ordinarie e aggregate secondo i titoli teologici e/o il genere di appartenenza [essendo una associazione di teologhe, accoglie gli uomini sempre come aggregati], ma tutte e tutti hanno diritto di voto attivo e passivo. Inoltre, seguendo la strutturazione degli studi teologici in Italia, abbiamo equiparato la Laurea magistrale in Scienze religiose al Baccalaureato; abbiamo inoltre trasformato le “studenti” in “sostenitrici”.

Prima di presentare gli elementi di continuità, devo però segnalare una discontinuità di un certo rilievo: le dimissioni di Benedetto XVI e l’elezione di Francesco come vescovo di Roma, evento che nella sua globalità ha certo segnato un cambiamento di clima e avviato istanze molteplici di riforma nella Chiesa cattolica, ma ha anche avviato un diverso clima ecumenico, interreligioso, politico. Questo ci ha evidentemente coinvolto, anche se il processo è ancora in corso e, come si esprimeva anni fa rispetto alla spiritualità femminista Ivonne Gebara, si tratta di una gravidanza a rischio, dall’esito incerto. Per ciò che ci riguarda più da vicino – ma poi certo ognuna dirà la propria opinione – direi che la defatigante querelle “no/gender” ha conosciuto forse un’attenuazione dei toni, ma ci ha comunque spinto, come effetto secondo, a meglio chiarire i termini e i nodi della questione. Se non si può dire che tutta l’associazione nel suo insieme abbia fatto questo percorso, certo, tra incontri articoli pubblicazioni, abbiamo creato una bella equipe pronta a sostenere il dibattito. Per quanto mi riguarda, inoltre, tutto questo mi ha confrontato con la realtà di una violenza omofoba che non avevo prima percepito, convincendomi che un discorso femminista e inclusivo non può sottrarsi a questo tema.

Altro esempio di tavolo aperto è la domanda sul diaconato alle donne, che è come minimo un prisma attraverso il quale si possono osservare questioni di genere, prospettive ecclesiologiche, pratiche trasformative e tattiche difensive. Anche questo dibattito è stato occasione di scambi, di dibattiti, di pubblicazioni e di convegni: un gruppo italiano “CTI” è invitato il 3-4 giugno prossimo a Madrid, per un convegno realizzato di concerto con le teologhe spagnole.

Passo ora in rassegna alcuni fra i principali elementi di continuità tra il quadriennio appena trascorso e gli anni precedenti:

  • Abbiamo raccolto e proseguito l’iniziativa del sito – passata a una gestione professionale con InternetIdea (Elisa Facchin) – e la newsletter, che si è asciugata e precisata (e questo lo volevamo) ma ultimamente rarefatta, non per decisione ma per sovraccarico di lavoro, indisponibilità della persona che aveva fra i compiti quello di suggerire i link e cose simili: a questa rarefazione si dovrebbe porre rimedio. E’ stata anche aperta una pagina Facebook “pubblica” che accompagna il sito e le comunicazioni alle socie. Il gruppo Fb precedentemente avviato ha una vita propria, non direttamente in relazione con il cdp: Benedetta Selene, dietro nostra istanza, ha provato a chiuderlo ma non può farlo se le/gli iscritti non si cancellano tutti personalmente. Ha anche cancellato il nome e il logo rimandando ad iscriversi alla pagina ufficiale del CTI. Tale gruppo risulta oramai “morto” e non accoglie più post e segnalazioni.

  • Per quanto riguarda le iscrizioni la situazione si è mantenuta costante, cioè in lento ma deciso incremento, con la media di una decina di nuove iscritte ogni anno: le verifiche che si sono rese necessarie proprio in vista della convocazione di questa assemblea hanno offerto una base di 160 socie/i con diritto di voto attivo e passivo (oltre alle associazioni, alle socie onorarie, alle sostenitrici). Devo dire che questa operazione di verifica è interessante e penosa insieme (anche un po’ difficile perché qualcuna cambia indirizzo mail e non lo comunica, ma questo è un altro discorso): interessante perché è l’occasione in cui molte amiche confidano le difficoltà – familiari molto spesso, ma anche personali, ma anche economiche – che le rendono meno presenti alle iniziative del CTI. Penoso perché lo statuto impone la verifica economica – dopo due anni di quota non versata di per sé l’iscrizione decade. Cerchiamo di onorare questa clausola, perché la quota è anche un segno di affiliazione, nonché una parte dell’autofinanziamento dell’associazione, ma il compito è sgradevole. In ogni caso si può facilmente intuire come la rete che si costruisce intorno al CTI sia molto più ampia della stretta base delle socie iscritte e in regola con la quota associativa.

  • A proposito dei profili personali sul sito, i dati vanno inviati a segreteria@teologhe.org e in maniera unificata si provvede a modificarli: quando non avviene, è solo a causa di disguidi o dimenticanze, chiedo di avere la pazienza di inviare nuovamente la richiesta, senza paura di disturbare.

  • La segreteria spesso è anche uno snodo di richieste, perché in molti scrivono per avere i contatti dell’una o dell’altra: lo facciamo volentieri, ma lo scorso anno avevamo anche proposto di firmare una liberatoria per cui si concede di rendere il proprio indirizzo raggiungibile dal profilo: ci sono a disposizione anche le copie cartacee, chi è d’accordo può firmarla.

  • Le pubblicazioni: premesso che una associazione come la nostra può dire, a mio avviso, senza paura di sfruttare il lavoro altrui, che le fatiche e i successi di ognuna hanno anche una ricaduta comune (e sono usciti veramente molti libri “CTI” in questo senso!), la collana ufficiale Sui generis è giunta al suo 22esimo volume, con il libro fresco di stampa di M. Teresa Milano La voce è tutto – Mosaico di donne nel mondo ebraico e abbiamo consegnato in attesa di bozze Principesse, di Cristina Vangone, su suggerimento e con prefazione di Rita Torti. In fase avanzata di rielaborazione abbiamo un lavoro di Laura Dematté Va’ dai miei fratelli e di’ loro…: Ausiliarie Diocesane e Cooperatrici Pastorali Diocesane. Carismi femminili legati alla chiesa locale per un servizio pastorale a tempo pieno (titolo provvisorio, da riformulare) nonché lo studio affidato a Mariangela Maraviglia su Adriana Zarri, previsto in elaborazione nel 2018. Continuano ad arrivare proposte di pubblicazioni e questo ci onora.

  • Proseguono anche le due collane con la sollecitudine del CTI, cioè non del CTI ma in certa relazione con esso: La Bibbia e le donne, opera poderosa e ormai largamente accreditata – e il nostro convegno era in qualche misura in relazione con essa, visto che non sono previsti atti, ma la pubblicazione di buona parte degli interventi in un volume della collana. Abbiamo anche, fresco anch’esso di stampa, il secondo volume deGenere: l’editrice Aracne ha dato adito a diverse perplessità soprattutto sul versante della distribuzione, ma in ogni caso ora siamo veramente contente della pubblicazione della traduzione italiana di Faith and Feminism (ed P. Trible e D. Lipsett), edizione italiana a cura di Renata Bedendo, prefazione di Letizia Tommasone, miscellanea a suo tempo segnalataci da Steffi Knauss. Come scrive Marinella Perroni (direttrice della Collana) nella quarta di copertina, il libro non vuol essere semplicemente una traduzione ma un’operazione culturale, uno sguardo su quel cantiere a cielo aperto che è oggi la teologia femminista nei diversi continenti.

In questo quadro generale, le zone sono attive in maniera diseguale. Si segnala soprattutto la difficoltà di mantenerne cadenze regolari anche minime soprattutto nelle città più grandi, che sono già appesantite da molte iniziative. La messa in comune delle iniziative tramite il calendario del sito può avere anche la funzione di dar vita a incontri locali, la cui rete diventa una sorta di zona informale.

Per quello che riguarda le associazioni teologiche in cui siamo implicate: nel CATI in prosecuzione del tema “L’umano alla prova. Economia e tecnica sfidano la teologia” (il nostro seminario 2016 era in relazione anche con esso) il percorso si articolerà attorno a “Desiderare al tempo della tecnica e dell’economia: soggetti e dinamiche”. Delegata per il CTI è Lucia Vantini, ma il nostro apporto si è sempre realizzato attraverso una equipe allargata, il cui contributo è molto apprezzato. Il Congresso ESWTR si terrà a Vienna in agosto 2017 (23-26) con il titolo Transazione/trasgressione/trasformazione.

Come dicevo salutando all’inizio del Convegno, penso che possiamo fare nostre le espressioni di Clarice Lispector riportate nel recente libro di Diotima, Femminismo fuori sesto (Liguori 2017): il femminismo nasce da un si e da un mai. Da un mai che non accetta i quadri escludenti, troppo “a sesto”, ma anche da un di fiducia, di consegna, di adesione. In questo movimento si è sempre fuori sesto, sbilanciate/i e in questo slancio/sbilancio si muove anche il CTI, con i suoi limiti ma anche con la sua alacrità e la forma – mi sembra di poter dire – di teologia non invidiosa che rende il nostro procedere, a passi grandi o piccoli che siano, di largo respiro.

Cristina Simonelli – Presidente CTI