[10 Giugno 2004]Iniziativa

Parte un’iniziativa

[per il Nord, ma non solo]

Durante il Convegno di marzo, l’onorevole Maria Pia Garavaglia,
vicesindaco di Roma, indicava la riflessione su corporeità/sofferenza
come una delle sfide rivolte dall’attuale cultura soprattutto
all’indagine teologica delle donne. Pochi giorni dopo, abbiamo ricevuto
una precisa provocazione proprio in questo senso. Una persona che
lavora nell’ambito dell’handicap grave, avendo incrociato il nostro
sito, ci ha scritto un messaggio dal titolo "Teologhe e filosofe
cercasi", a cui ha fatto seguito anche un invito a visitare la comunità
TAU di Arcene (tra Bergamo e Milano) dove sono accolti bambini
cerebrolesi gravi.. Marinella Perroni ha raccolto l’invito. E’ tornata,
oltre che fortemente segnata dall’incontro con quei bambini e con
coloro che si occupano di loro, anche con una concreta ipotesi di
lavoro per il CTI. La lanciamo alle teologhe del Nord, per evidenti
motivi di praticità, ma non esclude assolutamente nessuna che volesse
parteciparvi accettando spostamenti un po’ più faticosi.. Elaborare
insieme NON un saggio sull’handicap grave né, tanto meno, sul male e
sulla sofferenza, MA una ricerca sul cammino interiore imposto
dall’incontro con coloro che la bioetica laica nega come persone, la
bioetica cristiana sacralizza e entrambe spingono oltre i margini della
vivibilità realmente umana. Questo incontro obbliga a METTERSI IN
DISCUSSIONE. Dare voce, allora, a questa discussione che chiama
necessariamente in causa antropologia, filosofia, teologia,
spiritualità potrebbe diventare una sfida per le teologhe del CTI. La
responsabile della casa TAU di Arcene, Manuela Bartesaghi, chiede di
arrivare a una "sinergia di teste pensanti" per domandarsi, di fronte
all’handicap grave, cosa significa e cosa comporta -al di là della
retorica teologica alla quale siamo purtroppo abituati- che "Dio ha
scelto ciò che è debole e stolto per confondere i forti e i sapienti":
sa la teologia indicare i significati di questa "confusione"? Il
progetto è tutto da studiare e, comunque, dovrebbe partire dopo
l’estate. Intanto, rilanciamo però l’invito: "TEOLOGHE E FILOSOFE
CERCASI". Il primo passo è quello di costituire un piccolo pensatoio
che si confronti con la più estrema delle sofferenze per interrogarsi a
tutto campo sulla ridefinizione dell’umano imposti dal disagio e dalla
diversità e per immaginare un progetto [forse editoriale, ma comunque
non solo] attraverso cui allargare la discussione. Chi di voi fosse
interessata/o ce lo faccia sapere: insieme inventeremo come muoverci e
cosa fare.
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