[11 Luglio 2004]Dopo un anno: saper cogliere tutte le potenzialità

Image…"la soddisfazione di vedere l’avvicinarsi della realizzazione di un desiderio profondo"….

Mentre riordinavo il materiale per la pubblicazione degli Atti del I
Convegno nazionale del Coordinamento Teologhe Italiane, qualcuna di voi
mi ha scritto che, vedendo i CD della registrazione del Convegno, aveva
notato sulla mia faccia "la soddisfazione di vedere l’avvicinarsi della
realizzazione di un desiderio profondo". E’ difficile dire che non
fosse vero. Altrettanto vero, però, è che la stessa soddisfazione si
poteva leggere sul volto di tutti i presenti. E’ stata una giornata
importante: per il numero dei partecipanti, per ciò che è stato detto
nelle relazioni e nei dibattiti, per la risonanza avuta, per la spinta
che ha dato all’attività del Coordinamento.

La pubblicazione
degli Atti non vuole soltanto conservare la memoria testuale di quella
giornata, ma intende soprattutto far circolare una grande ricchezza di
idee e di prospettive. Per questo, alla ripresa dell’anno verranno
inviati a tutte le iscritte e a tutti i partecipanti al Convegno di
Roma. Non c’è parola pronunciata in quell’occasione che non implichi
un’apertura, una potenzialità, una serie di virtualità. Tutto questo, a
un anno dalla fondazione del CTI, conferma dentro di me una duplice
convinzione.

Innanzi tutto, il patrimonio di intelligenza,
esperienza, competenza che le teologhe possono offrire alla chiesa e
alla società italiane è inestimabile. E’ stato accumulato in decenni di
studio e di lavoro, svolti nella maggior parte dei casi al di fuori dei
circuiti ufficiali, e può avere il valore -mi sia permesso il paragone-
delle rimesse in denaro da parte degli emigranti italiani che, dopo la
seconda guerra mondiale, hanno contribuito a ricostruire il nostro
paese. In secondo luogo, nonostante l’autoreferenzialità maschile che
in Italia connota ancora con forza il panorama teologico, segnali di
intelligente ripensamento e di bisogno di alterità intellettuale ci
sono e sono decisamente incoraggianti. Più di ogni altro soggetto
storico e politico, d’altra parte, le donne hanno imparato su se
stesse, sia quando veniva loro imposto di tacere e di scomparire sia
quando hanno difeso il loro diritto di parola e di visibilità, che i
tempi di gestazione dei mutamenti storici sono quanto mai lunghi. Sono
i tempi della Sapienza, che possiede "la prudenza, la scienza e la
riflessione" [Pr 8,12].

Si tratta allora di cercare tutti i modi
possibili per sfruttare tutte le opportunità di fare del nostro lavoro
teologico, individuale o condiviso, un seme che porta frutto.

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Roma, 11 luglio 2004
Memoria liturgica di S. Benedetto,
Patrono d’Europa