"Ciò che permette di dire che una rappresentazione di Dio è giusta è
che essa serve la vita dell’uomo e la sua umanità. Ed è questa una prima
regola a cui attenersi: ogni rappresentazione di Dio che va contro
l’uomo, contro la sua vita, contro la sua umanità, che lo sminuisce o
lo distrugge è una falsa rappresentazione di Dio. Oppure, ma è la stessa
cosa, ogni modo di vivere la religione che porta a disprezzare un uomo,
a ridurlo a oggetto o a ucciderlo, nel suo corpo o nella sua mente,
rimanda a un falso Dio. Meglio essere ateo e servire la dimensione umana
dell’uomo che essere un uomo religioso posseduto da una
rappresentazione di Dio che deforma lo sguardo sull’uomo e che semina
morte. Un Dio degno dell’uomo, un Dio per l’uomo, non può essere che un
Dio che aiuta l’uomo a diventare più umano e che lo libera da ciò che,
dentro di lui o fuori di lui, lo disumanizza."
Jean-Marie Ploux Dieu n’est pas ce que vous croyes!, Mountrouge, Bayard, 2008; tr. it. M.N.Depeyrot, G. Rovero Dio non è quel che credi, Magnano, Qiqajon, 2010 pag. 13.
Il Dio che si fa degno dell’uomo non è forse un’esortazione per l’uomo
stesso a non accentrarsi sulla trascendenza divina poiché in Dio
l’uomo non è un semplice limite superato ma è l’ amato?
Alessandra Guercio