"… l’anima occidentale, dopo la proclamata morte di Dio, si trova ad abitare una terra che avendo perso il suo antagonista , è divenuta semplicemente indifferente. … Che alla terra non importi qualsiasi cosa l’uomo faccia, questo non è un esilio, è abisso. È l’abisso scavato dalla scienza occidentale, ancor prima della proclamazione della morte di Dio, quando, per porsi come scienza esatta, ha soppresso ogni visione antropologica della terra. Ma una volta disabitata da dèmoni e dèi, non solo la terra, ma anche l’uomo non può più essere pensato in maniera antropomorfica perché, come puro accidente, come prodotto di una terra indifferente, anche il suo essere diventa indifferente e la sua anima non è più straniera, ma semplicemente vuota. La terra, infatti, non fa più da specchio, non si offre più alle «speculazioni» dell’anima, al suo « riflettersi»."
U. GALIMBERTI, Paesaggi dell’anima, Oscar Mondadori, Milano 2010, 33-34.
Davvero la filosofia e la scienza hanno il potere di rendere vuota l’anima?