“Per la teologia è fuori di dubbio che la colpa umana è compresa giustamente e nel suo pieno peso solo allorquando viene vista come peccato. La sua gravità consiste nel fatto che essa è un atto contro Dio. Ciò significa che il peccato non può essere descritto con concetti puramente etici. Lo si può invece comprendere definitivamente solo in modo teologico: come chiusura dell’uomo davanti a Dio, come rifiuto di colui al quale egli deve la vita, come violazione della sua legge , come risposta negativa a Cristo, come rifiuto della fede o anche -secondo una vecchia formula- come offesa di Dio(offensa Dei).”
H.Weber,Teologia morale generale. L’appello di Dio la risposta dell’uomo, Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, 1996 ,333.
Per chi non riconosce Dio e la sua legge, quindi il non credente, può essere ancora valido e vincolante il concetto di peccato?
Simona Baccani