La finestra teologica 22

" Nel mondo del gioco ci si consegna alla gratuità ludica ottenendone gioia; è per questa intrinseca dinamica che il lasciarsi prendere dal gioco non è mai una perdita, ma una rigenerazione, una vera rinascita in cui siamo arricchiti della capacità di percepire, fin nel cuore del mondo, il gioco del dare e ricevere. Per chi gioca, la finitezza della creatura non è disperante, ma ha il significato dell’esistere ricevendo l’invito a di-vertirsi: nel mondo del gioco ci si ricrea e si rinasce percxhè lì vi appare il dono del mondo, cioè un mondo non abbandonato, ma in relazione con l’origine. E’ vero il male , a volte, impedisce il gioco, ma proprio ciò rende l’impegno a far giocare un atto di carità capace di infondere speranza e donare futuro, nell’attesa d’abitare un mondo in cui persino " i bambini giocheranno sulla buca dell’aspide".
 
F.GIACCHETTA, Gioco e trascendenza. Dal divertimento alla relazione teologica,  Assisi, Cittadella Editrice, 2005, 299.
 
E’ bello pensare ad un Dio che ha dato "inizio al gioco" e che ci chiama a continuarlo, a vivere in questa dimensione ludica, come recuperare questa capacità per ritornare come bambini?

Simona Baccani