testimonianze
Madre Zorzi: ancora poche le suore che vanno in cattedra
Da Avvenire 5.6.10
« Un monaco ha stanza, refettorio, chiesa, aula e biblioteca a pochi
metri, in collegi ‘chiavi in mano’; una monaca trova queste cose a
molti chilometri di distanza tra loro e senza chiavi’». Suor Maria
Benedetta Zorzi, benedettina quarantenne del monastero di San Luca a
Fabriano, si serve di un’immagine caricaturale per raccontare come oggi
gli studi teologici siano sì aperti alle donne, ma non «pensati» anche
per loro. Lo dicono i dati snocciolati nel volume Teologhe in Italia , evidenziando il basso numero di religiose, di vita attiva o contemplativa, tra le loro file.
«Desiderare titoli accademici da parte di una consacrata viene talvolta
attribuito a mancanza di umiltà e di spirito di nascondimento, o a
carrierismo – spiega la monaca, che insegna all’Istituto teologico
marchigiano e al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma, nonché alla
Scuola di teologia della sua diocesi –. Lo studio teologico da alcune
viene considerato ‘altro’ dalla vita spirituale. Un certo timore deriva
anche dal fatto che non c’è una lunga tradizione in questo campo,
chiuso alle donne fino a pochi decenni or sono, e si è impreparate ad
affrontare percorsi che ancora risultano ‘singolari’».
Ma suor
Benedetta è convinta che il problema permane solo se i percorsi di
formazione teologica «restano un ‘privilegio’ per alcune, non nel
momento in cui fossero comuni a tutte». E stanno aumentando le monache,
«molto motivate», che stanno intraprendendo l’iter accademico: «A
Sant’Anselmo siamo in 5 benedettine docenti, tra cui alcune badesse; a
San Giuliano Milanese madre Ignazia Angelini, alla guida del monastero
di Viboldone, è stata tra le prime monache docenti in una facoltà
teologica. Molte hanno raggiunto i titoli, ma non li spendono nella
docenza».
Senza dimenticare «le cultrici della materia, di
grande spessore intellettuale e spirituale, come la mia amica
carmelitana suor Cristiana Dobner, che si trova al monastero di
Concenedo di Barzio (Lc): impegnate in una ricerca teologica alta,
pubblicano libri ma non insegnano in una facoltà». (L.Bad.)