Sul piano religioso tanto la necessità del fato quanto l’inevitabilità dell’ amor fati cedono il posto alla libertà, rispettivamente divina e umana. La scelta di sè, allora, è si un essere scelti, ma l’essere scelti è ancora libertà, cioè libertà divina. Non è propriamente nè fato nè destino, perchè non rientra nell’ambito della necessità cieca e inesorabile, ma in quello della libertà di Dio, della libertà prima originaria e assoluta."
Se l’essere scelti da Dio coincide con la propria scelta esistenziale, qual è lo spazio in cui l’uomo accetta se stesso ?
L. Pareyson, Filosofia ed esperienza religiosa, in Annuario filosofico, 1, 1985, pag. 36