“I
sentimenti accompagnano il fatto
metafisico e metapsichico dell’amore, ma non lo costituiscono; e i
sentimenti che lo accompagnano possono
essere di specie molto diverse. Il sentimento di Gesù verso l’indemoniato è
molto diverso dal sentimento verso il discepolo prediletto; ma l’amore è uno
solo. I sentimenti si ‘hanno’, l’amore accade. I sentimenti dimorano nell’uomo,
ma questi dimora nel suo amore. Ciò non è una metafora, ma la realtà: l’amore
non coinvolge l’Io come se avesse il Tu solo come proprio contenuto o oggetto;
esso si trova tra l’Io e il Tu…L’amore è responsabilità di un Io per un Tu; qui
sta quell’uguaglianza, che non può consistere in un sentimento di alcun genere,
di tutti coloro che amano…dal felice che
si sente al sicuro, perché la sua vita trova compimento nella persona amata, a
colui che, inchiodato tutta la vita alla croce del mondo, può e osa
l’inaudito:amare gli uomini”.
M. Buber, Il principio dialogico e altri saggi,
Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 1993, p. 70.
Le parole di
Gesù ‘chi rimane in me ed io in lui’ ci immettono nella relazione fondamentale,
quella che sola ci può porre nella realtà amorevole della reciprocità?
Lucia Magrini