Almeno, altrettanto importante è il contributo metodologico
che le teologie della liberazione hanno recato alla riflessione cristiana nel
suo insieme. Dal punto di vista
metodologico, l’elemento principale consiste nella critica al falso
universalismo e alla falsa neutralità dell’impresa teologica: anche la teologia
“accademica” e “tradizionale” sa, oggi, di essere parziale, situata schierata.
Naturalmente l’ argomentazione teologica resta portatrice di un’istanza
universale, non è un discorso esoterico, interno al gruppo bensì si rivolge
alla società. Ogni autentica teologia è, per usare un espressione oggi, essa
sì, di moda, “pubblica”. Lo è, però, a partire dalla consapevolezza del proprio
luogo di maturazione. […] Le teologie della liberazione rendono attenti al
fatto che la Chiesa stessa non si colloca al di fuori o al di sopra della
storia e dei suoi conflitti e che chiarire quale sia il ruolo della comunità
cristiana in tali conflitti è parte integrante del lavoro teologico. […]
Appunto: il carattere universale del discorso teologico non si contrappone al
radicamento contestuale, ma opera in dialettica con esso.
f.ferrario, La teologia del
Novecento, Carocci editore, Roma 2011, 195-196.
I teologi contemporanei tengono conto, nella loro opera, di
questa imprescindibile modalità metodologica?
Simona Baccani