36750. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA.
Il rapporto con le religiose statunitensi della Leadership Conference of Women Religious (Lcwr) può proseguire, ma c’è il rischio di un «dialogo tra sordi». Nonostante il tono apparentemente positivo, non lascia spazio a un grande ottimismo il commento del card. William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, reduce dall’incontro, avvenuto in Vaticano il 12 giugno scorso, con suor Pat Farrell e suor Janet Mock, rispettivamente presidente e direttore esecutivo dell’associazione statunitense di recente commissariata dal Vaticano per un presunto orientamento eccessivamente femminista (v. Adista Notizie nn. 16, 17, 19, 22, 23/12).
Subito dopo l’incontro, la Sala Stampa vaticana ha emesso un comunicato che non dice molto della tensione esistente. Più esplicito Levada stesso, intervistato dal National Catholic Reporter. Il cardinale ha suggerito la possibilità che, qualora la Lcwr non accettasse le riforme previste dal giudizio dottrinale pronunciato dal Vaticano nei suoi confronti, potrebbe essere sciolta d’autorità a favore di una nuova organizzazione più “fedele” al magistero. Levada rifiuta totalmente l’accusa, mossa in un comunicato dalla presidenza dell’Lcwr, secondo cui il provvedimento del Vaticano sarebbe basato su «accuse infondate» e caratterizzato da «mancanza di trasparenza». Così come ha negato quanto suggerito da più parti, e cioè che a dare un contributo essenziale al siluramento della suore sia stato l’ex arcivescovo di Boston, card. Bernard Law.
Le due religiose, a loro volta, hanno rilasciato una dichiarazione in cui affermano che la questione è «aperta» e che la Lcwr rifletterà sulla risposta da dare nel corso dei prossimi incontri regionali e dell’assemblea nazionale in programma per agosto.